50 fotografi (pre)vedono “il mondo che verrà”. Il futuro è in mostra digitale

Concorsi per fotoamatori, videolezioni online, scatti d’autore in vendita per raccogliere fondi. Il mondo della fotografia, in questi mesi di quarantena, non si è di certo isolato. Al contrario, l’obiettivo dei professionisti, anche attraverso social come Instagram, è stato puntato sull’emergenza sanitaria, per documentarne gli effetti e le strutture ospedaliere da supportare con iniziative condivise

Oggi lo sguardo si sposta sull’inquadrare “Il mondo che verrà”, titolo e tema della mostra digitale curata da “IL”, il mensile del Sole 24 Ore, in collaborazione con MUDEC Photo, lo spazio espositivo dedicato alla fotografia e alle arti performative fotografiche del Museo delle Culture di Milano.

50 fotografi internazionali – tra vincitori del World Press Photo, magnifici interpreti della moda e maestri dello still life – sono stati interpellati per anticipare il futuro imminente e rappresentarlo, insieme a un proprio autoritratto al lavoro.

Il risultato è una antologia di visioni (e previsioni) personali, che è un racconto per immagini dal valore socialmente profetico

Come sostiene Nicoletta Polla-Mattiot, direttrice di IL, “la fotografia, se fa il suo mestiere, coglie l’istante senza l’intenzione di trattenerlo, per consentire a noi di abitarlo”. È così che, scorrendo le immagini online su ilsole24ore.com/mostradigitaleil, troviamo dimora nel futuro guardando il presente.

Domestica, 2020. Silvia Camporesi

Rimettiamo insieme i pezzi dell’Italia ferita con Silvia Camporesi, con Max Cardelli cogliamo l’opportunità di godere del paesaggio quando la strada si interrompe, riflettiamo con Ron Haviv sulla quantità di persone che popolano il mondo e speriamo, come Michele Lapini, che tutti riescano ad avere ancora un tetto e un reddito; confidiamo nell’amore e nel rispetto verso il prossimo con Simone Donati, con Paolo Verzone tuteliamo l’ambiente in cui la natura si è rafforzata, torniamo in spiaggia con Marta Giaccone, con Mauro Galligani preserviamo la bellezza come fa la restauratrice con la “Nascita di Venere” di Botticelli.

Una restauratrice pulisce il vetro della Nascita di Venere di Botticelli, Galleria degli Uffizi, Firenze, 2011. Mauro Galligani

Ci mettiamo in discussione per trovare nuove idee e soluzioni con Gabriele Inzaghi, osserviamo con curiosità il cane clonato di Alberto Giuliani e l’umanoide sofisticato di Giulio Di Sturco; con Antonino Savojardo prendiamo consapevolezza che Internet assumerà sempre più spazio nella nostra vita e che, come dice Rankin, “la sicurezza sarà protagonista nelle prossime stagioni“.

Needs Must. Rankin

Intravediamo l’idea di orizzonti nuovi con le figlie di Fabrizio Annibali, con Giovanni Gastel tentiamo fragilmente di spiccare il volo, magari per ammirare la giornata della Terra dalla Stazione Spaziale Internazionale con Paolo Nespoli, dall’alba al tramonto, in un istante in cui il tempo finisce e ricomincia.

La terra all’inizio e alla fine del giorno, fotografata dalla Stazione Spaziale Internazionale
durante la Missione Vita, nel 2017. Paolo Nespoli

Le ispirazioni avveniristiche che hanno dato impulso al lavoro dei fotografi sono svelate nelle videointerviste agli autori, realizzate dalla redazione di IL e pubblicate sui profili Instagram e Facebook di MUDEC e IL. L’account Instagram @24ilmagazine, in particolare, ha un ruolo cruciale per rafforzare il rilancio del mensile, insieme al nuovo sito ilsole24ore.com/ilmagazine

Ma non solo: i canali social di MUDEC e IL saranno presto la vetrina per immagini e pensieri di ognuno sul mondo che verrà, previsioni che convergeranno in una gallery che rappresenterà virtualmente il 51esimo scatto, quello del pubblico del web.

Fruibile fino al prossimo 15 agosto, la mostra digitale ritrae il pronostico visivo sul “dopo”, anticipato dalle parole di 16 scrittori, filosofi, fisici, ingegneri, demografi, nel mensile di maggio. 

“La mostra raccoglie sogni che diventano visioni, paure che sono paesaggi, frammenti di un’intelligenza distribuita, dettagli di una lingua segnante, panoramiche che aprono orizzonti circolari dove la nostalgia è una promessa di ritorno”, continua la direttrice Polla-Mattiot, per poi dare una personale risposta all’interrogativo: “Come sarà dunque ‘il mondo che verrà’? Uguale e completamente diverso dall’attuale, migliore, peggiore, intimo e radicale, in ogni caso nostro”.

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