Banksy è libero e omaggia Vermeer

foto di @ _mnlkey_

Gli appassionati di street art hanno fatto un grande balzo sulla sedia nei giorni scorsi, perché è circolata in rete la notizia dell’arresto di un’icona leggendaria, il principe della street art: Banksy.

In realtà la fonte è il National Report, un sito di notizie satiriche che prende di mira personaggi famosi e costruisce articoli su vicende di fantasia. Anche in Italia ci sono siti del genere e tanto ci fanno sorridere attorno al filo conduttore comune della facilità di costruire notizie fasulle.

Tirato un sospiro di sollievo, andiamo a caccia di informazioni su come stia il nostro paladino misterioso. Che sia una persona sola o un collettivo di artisti sotto uno stesso pseudonimo, sul suo sito ufficiale c’è una dichiarazione: “Banksy non è rappresentato da una galleria d’arte, non è presente su Facebook e non ha mai usato Twitter” … quindi purtroppo non possiamo sperare di trovare un suo profilo su Instagram.

foto di @kechusugalde
foto di @kechusugalde

In realtà la sua visione di tutto l’universo legato al mobile è piuttosto critica, esattamente in linea con il suoi messaggi contro la guerra, il capitalismo e le istituzioni che caratterizzano i suoi lavori. Ce lo rivela un suo intervento di sei mesi fa, quando fuori da un circolo giovanile una mattina è stato ritrovato un pannello di legno nero con il ritratto “Mobile Lover”, due amanti che mentre si abbracciano controllano i loro smartphone.

L’opera, nonostante il messaggio sarcastico, è stata vera manna dal cielo per i gestori del circolo, che si occupa di volontariato aiutando i giovani di Bristol in difficoltà. Un’organizzazione che avrebbe chiuso di lì a un anno, avendo essa stessa grosse difficoltà economiche, finché Banksy non ha fatto loro il dono. I gestori del club hanno spostato immediatamente l’opera in un luogo sicuro, mettendola prima in mostra ad offerta libera e successivamente spostandola nel Museo d’Arte della città. Quando lo stesso Banksy ha fatto loro sapere che sarebbe stato felice se i proventi della vendita fossero andati al circolo di volontariato e in beneficenza, l’opera è stata venduta all’asta.

Questo è esattamente lo spirito di Banksy e di molti altri street artist: fare arte, lanciare dei messaggi che facciano riflettere, e fare in modo che il risultato sia qualcosa di buono per la società. Cosa che non è stata compresa dal sindaco della città di New York, definendo “rovina di proprietà privata” le opere lasciate lo scorso anno in città, un gesto al giorno per tutto il mese di ottobre.

 

Tornando a noi… Banksy cosa sta facendo ora? Molti quotidiani ne hanno già parlato: è a Bristol, sta bene, e l’ultima sua opera è un omaggio alla “Ragazza con l’orecchino di perla” di Vermeer. Il titolo è “Girl with a pierced eardrum” (la ragazza con un piercing nel timpano) e al posto della perla indossa la centralina dell’allarme antifurto del palazzo. Pare anche sia già stata sfregiata da qualche oppositore.

Su instagram l’hanno fotografata già in molti, potete trovarla sfogliando l’hashtag #banksy.

 

 

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