Carnevale in Sardegna: insta reportage della Sartiglia di Oristano

Servizio a cura di @ch_ecco (admin @igersoristano)

La Sartiglia è certamente una delle giostre equestri più note di tutta Europa. Ogni anno sono centinaia i turisti che raggiungono Oristano per assistere a tale manifestazione, la cui storia affonda le radici nel lontano Medioevo.
Fulcro della giostra è la sfida della sorte da parte dei cavalieri che, sfrecciando al galoppo lungo una via gremita di persone, tentano di centrare una stella metallica che sta sospesa a metà percorso, un po’ come avveniva, e avviene, nelle più diffuse “corse all’anello”.
Essendo così radicata nel passato medievale, la giostra è intrisa di ritualità e gesti che conferiscono fascino a tutte le singole fasi. Ed è il connubio tra sacro e profano a rendere ancor più affascinante la Sartiglia: i due gremi organizzatori (dei contadini e dei falegnami) sono intitolati rispettivamente a S. Giovanni e a S. Giuseppe. Il capocorsa, però, forte della sacralità che acquisisce nelle vesti del “Componidori”, compie dei gesti, come quello della benedizione, senza di fatto incarnare una figura sacra, bensì androgina. Indossa infatti un cilindro, ma anche un velo che copre il capo, uguale a quello del costume sardo femminile.

Ma torniamo alla giostra! immaginate 120 cavalieri abbigliati in costumi tipici della Sardegna ma anche con cangianti stoffe degli abiti di foggia spagnola.
Le stesse tonalità dei loro costumi si ritrovano nelle bardature dei cavalli: ricche di trine, rifinite nei dettagli e studiatissime nelle rispondenze cromatiche.

Insomma, uno spasso per chi ama fotografare. Chi meglio di un Iger può cogliere l’occasione per immortalare scene, gesti, dettagli e persino i momenti precedenti la giostra?

Quest’anno, grazie alla Fondazione Sa Sartiglia ho avuto la fortuna, per la prima volta, di assistere alla vestizione del Capocorsa per mano delle massaie (Is Massaieddas).
Da oristanese, ho provato una forte emozione nell’osservare dal vivo la cerimonia che precede la vera e propria corsa alla stella. Anche la vestizione è scandita dal rullo dei tamburi e dallo squillo delle trombe, perfettamente sincronizzati con i gesti delle due massaie che cuciono e fissano ogni dettaglio, affinché tutto sia ben saldo sul corpo del cavaliere. Dovete sapere infatti che il Capocorsa, dopo che monta a cavallo, non potrà scendervi per tutta la durata della manifestazione. Solo dopo la svestizione potrà toccare nuovamente terra coi suoi piedi. Una sua caduta da cavallo infatti è vista, secondo la tradizione, come un cattivo auspicio.

Ancora una volta Instagram si è rivelato fondamentale, permettendomi di raccontare una storia per immagini sul mio account, su quello di @Igers_sardegna e su @Igersoristano che, in tempo reale, può arrivare agli occhi di tutti, anche a chi ama la Sartiglia ma non può assistervi perché distante dalla Sardegna.

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