#Euapiedi: Sergio Ragone e il cammino di una community

Qualche mese fa, esattamente il 14 febbraio 2019, tra gli scaffali delle librerie – on e off line – ha fatto la sua comparsa un volume molto particolare: “#Euapiedi. Le città attraversate a piedi e raccontate su Instagram: storia di una community digitale nata per caso e diventata un fenomeno mondiale. A cura del giornalista e blogger lucano Sergio Ragone (aka @ragons), il libro, già dal titolo e dal sottotitolo, premette perfettamente il tema intorno a cui è stato costruito. Si tratta, infatti, di una serie di racconti scritti dalla stessa mano degli autori di tutti gli scatti raccolti in giro per il mondo e che, utilizzando l’hashtag #euapiedi, hanno costruito una vera e propria community digitale intorno a un inconsapevole percorso per i luoghi, fatto di osservazioni, emozioni, ricordi, punti di vista e introspezioni.

Dalle proprie città e territori natii, fino a quelli di adozione o di passaggio, ma che hanno segnato il narratore, dopo il primo passo fatto da Sergio, #euapiedi ha viaggiato esplorando orizzonti nazionali e internazionali, fino all’intuizione di trasformarsi in una vera e propria guida emozionale, raccontata con gli occhi di ognuno dei viaggiatori partecipanti a questo cammino.

E proprio con Sergio, che abbiamo incontrato affinché ci raccontasse tutta questa bellezza, affronteremo i primi passi di questa intuizione che dimostra quanto l’Instagram delle persone sia la base per restare umani in quest’era digitale.

Sergio, tu sei giornalista, blogger, scrittore, narratore visivo. Cosa ti ha portato ad essere tutto questo? 
La necessità di potermi formare in modo completo. Per chi si occupa di comunicazione, soprattutto nel settore digital, è fondamentale saper usare i diversi linguaggi per poter costruire narrazioni complete ed esaustive. 

Quando hai compreso che il web e i social in particolare potessero essere un valido supporto a quella che è la tua professione?
Nel 2006, quando fui intervistato da “La Repubblica” per un blog, ” Chi tifa Italia vota No”, che aprii per sostenere le ragioni del NO al referendum costituzionale. In quei giorni si giocavano le prime partite di un mondiale che tutti ricordiamo e fu facile abbinare la difesa della Costituzione all’amore (ed il tifo, quindi) per l’Italia. Diciamo che fu un periodo molto fortunato, non solo per me e per il blog. 

https://www.instagram.com/p/Bt3Hxa5ng_a/

Come nasce l’hashtag #euapiedi? E cosa significa?
Nasce dalla volontà di riscoprire la mia città, Potenza, e di leggerne il codice. Quattro anni fa decisi di lasciare l’auto per 100 giorni e di attraversare la città a piedi, un esercizio non facile essendo una città verticale, e di raccontare questa mia esperienza attraverso le foto. Ovviamente scelsi immediatamente Instagram e non altri social network, proprio perché permetteva una migliore narrazione. Per dare un taglio originale e molto personale decisi di non usare altri hashtag già esistenti e relativi a questo tipo di storytelling ma di inventarmene uno di sana pianta: #euapiedi dove “eu” sta per Io (in portoghese) e “a piedi” si capisce facilmente. 

Perché hai scelto di raccontare per primo #euapiedi proprio su Instagram e come hai fatto a coinvolgere altri a partecipare a questo viaggio?
Instagram mi ha sempre attratto proprio perché sa essere uno strumento straordinario di racconto e aggregazione della bellezza. La bellezza delle città che sono oggi raccontate con questo nostro hashtag è forse una delle chiavi del suo successo, ma è sicuramente l’elemento più forte che ha permesso di costruire questa community global.

E come è nata l’idea di radunare i racconti di una intera community così variegata, riprendendo un concetto poco digitale come un libro?
Il solo racconto fotografico non bastava più. Pur avendo raggiunti numeri molto importanti, questo tipo di esperienza meritava un approfondimento ulteriore. Come ti dicevo nella prima risposta, un solo linguaggio non basta, c’è bisogno di essere crossmediali per poter realizzare un progetto ampio e ambizioso.

https://www.instagram.com/p/BqUYyZCnvwZ/

Quante relazioni oltre il virtuale si sono create, con #euapiedi?
Credo molte, non so. Personalmente ho conosciuto molte persone proprio grazie ad #euapiedi, a dimostrazione del fatto che il digitale può essere uno straordinario strumento di aggregazione anche in termini positivi. 

#Euapiedi, però, non è il tuo primo e unico progetto che dal digital torna alla carta stampata. Ce ne sono molti altri: ti va di raccontarceli?
Il tutto è iniziato con #ReStartSud, un progetto di storytelling delle eccellenze imprenditoriali del Mezzogiorno, poi ci sono stati i libri #PotenzaVisibile, #VediMaratea e l’ultimo #VentiMatera. Ad ognuno di questi progetti è legata una storia, un progetto di narrazione fotografica ben preciso – tutti presenti anche su Instagram- ed un approdo finale che è, ovviamente, un hashtag: #luogoideale 

#Euapiedi continua a percorrere e ad incontrare destinazioni, on e off line. Potremmo concordarne una definizione quale “storia infinita” o “testamento virtuale” di destinazioni emozionali di chi l’ha poi fatto proprio?
È una storia inaspettata, che continuerà ad evolversi e ad espandere il proprio respiro. Parafrasando un antico detto: è il digital, bellezza. 

Quali progetti ci sono in cantiere? 
Come ti anticipavo, sto lavorando alla realizzazione del volume #Luogoideale, un racconto collettivo sulla Basilicata post Matera 2019. 
Ma ho altre idee appuntate sul mio taccuino di cui presto te ne parlerò.

E nell’attesa di quello che sarà, continuiamo questo viaggio, arricchendoci di meraviglia. Grazie Sergio, a presto.

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