Avete presente quelle discussioni su cosa sia la fotografia al giorno d’oggi, su chi è fotografo e chi no, se sia corretto chiamare fotografo uno che scatta con uno smartphone o meno?
Sì avete capito quei dibattiti lì, dove a volte ci invitano a volte no, dove qualcuno pontifica, qualcuno critica, qualcuno illumina e qualcuno no. Ecco, tutte quelle discussioni perdono importanza, svaniscono, si dissolvono al cospetto delle foto di Gipo Montesanto. Primi piani, momenti di vita, scene quotidiane e una Sicilia, spesso una Catania, in bianco e nero, sospesa nel tempo, piena di contraddizioni, stereotipi, pirandelliana, assurda e via dicendo. Ecco, Gipo è un fotografo che usa “semplicemente” uno smartphone e con quello riesce a raccontare il suo favoloso mondo. Qualche sera fa a Catania mi ha invitato ad una proiezione di sue foto scattate su Instagram: la location era il club di fotografi più antico in città. Età media dei presenti molto alta, tutti fotogragi “old” anagraficamente, ma giovani di spirito, di apertura mentale, curiosi di far domande dopo aver apprezzato le foto di Gipo. Così non mi sono fatto scappare l’occasione di fare due chiacchere con lui.
Intervista a cura di Rocco Rossitto (@roccorossitto – @igerscatania)
Chi sta su Instagram ti conosce, sei ovunque, ma facciamo finta che qualcuno ancora non ti conosca: presentati, con parole tue. Chi sei, che fai…
Mi chiamo Giuseppe Montesanto, ma tutti mi conoscono come Gipo… sin da piccolo. Sono nato e vivo a Catania ed ho 39 anni. Lavoro all’Università di Catania dal 2001, anno in cui ho completato il Dottorato di Ricerca in Biologia Evoluzionistica. Sono infatti uno zoologo e mi occupo dello studio degli Isopodi Oniscidei, cioè dei porcellini di terra.
Di cosa?
Di questo, ecco tolweb.org/Isopoda/6320 al centro una mia foto
Ok, andiamo avanti. Quando hai avuto tra le mani uno smartphone, e quando hai iniziato ad usare instagram.
La mia registrazione su IG risale alla fine del 2010, anche se ho iniziato ad usarlo seriamente e con costanza nella primavera del 2011. Inizialmente avevo un iPhone 3G, adesso utilizzo un iPhone 4S.
So che già eri appassionato di fotografia anche prima di Instagram, raccontami da dove nasce e se stai continuando a scattare con macchine fotografiche
Non so dire dove nasce la mia passione per la fotografia, molto semplicemente direi che è cresciuta con me… citando un vecchio corso di fotografia del National Geographic: “”La fotografia non è una passione passeggera, non è una infatuazione, non è una sbandata. Perché quando ti prende, e ti coinvolge, non la lasci più per tutta la vita. Forse la trascurerai ogni tanto, magari anche per un lungo periodo, poi però tornerai da lei, perché sai che è una cosa tua, e soltanto tua. Perché la fotografia che hai scattato (o che farai), ti appartiene: rappresenta quello che hai visto, sentito, intuito, in un preciso momento, quasi sempre irripetibile. ” (National Geographic, Italia)”
Tu fai foto molto particolari e spesso spieghi il processo di editing che fai. Ci racconti il percorso nel tempo e a che punto sei ora: come editi, con che app, quanto tempo impieghi, raccontaci
Dopo alcuni mesi di messa a punto, leggendo qua e là, e confrontandomi con alcuni top iPhoneografi italiani e stranieri, sono arrivato ad un mio standard personale di editing che passa per 4 app fondamentali: Camera+, Photoshop Express, Snapseed, Photoforge2. Quando faccio street-iPhoneography, preferisco non editare troppo. Per ogni foto posso spendere circa 5-10 minuti, in base alla luce di partenza. Foto poco luminose sono purtroppo molto “rumorose” e necessitano di più cure. Credo molto nella fotografia come osservazione, con troppe modifiche si passa alla digital art, ma non è il mio caso. Ammiro molto, però, gli artisti iPhoneografi che riescono ad ottenere dei veri e propri capolavori. Il processo di editing completo, con tutti i parametri, lo trovate fra i commenti di alcune mie foto su IG.
Tu scatti in diverse parti d’Italia, che differenza c’è per te scattare a Catania o in altre città
Catania è una miniera di colori, odori, sapori… I volti che incontro portano con sé tutto questo. Inoltre, è la mia città e riesco a conoscere prima dove e/o come può arrivare una buona foto. Ma per me la regola è sempre la stessa, qualunque sia la location: un grande fotografo ha accanto a sé un grande cestino. Scatto molto, ma scarto molto di più! Cerco di migliorarmi…
Io so già la risposta, perché ti ho visto all’opera ma vorrei che tu confessassi: spiegaci come fai quei primi piani frontali in autobus senza che ti picchino
Grazie allo smartphone si possono fare fotografie senza dare nell’occhio. Con la reflex è molto più difficile. Io utilizzo essenzialmente due tecniche. Una prevede l’uso dell’app Cam-U-Flage, che permette di scattare toccando semplicemente lo schermo nero. L’altra è quella di rimanere indifferente, cercando di scattare alla giusta angolazione senza guardare il soggetto. Quando sei sull’autobus, schiacciato fra 50 persone, non è poi così difficile…
Una risposta secca: che cosa è per te Instagram. Voglio dire, cosa rappresenta per te?
Instagram è la risposta di fotografia social che elimina il dualismo online-offline del vivere al tempo della rete. Mi spiego meglio?
Avevo detto secca. Ok spiegati
Oggi viviamo la nostra vita sia online che offline, la rete non è più separata dalla vita reale. Istagram con i suoi instameet, ha “bucato” la rete virtuale dimostrando a tutti che il divario online/offline non esiste più ed anzi si candida come uno dei maggiori medium che allontana i pericoli di alienazione di chi ancora crede che ci sia una vita reale ed una virtuale.
Tre instagramers italiani che ti piacciono e tre stranieri
Ce ne sarebbero tanti, ma visto che devo fare una scelta… Fra gli italiani: @giariv, @ralfmalf, @tenebrogg. Fra gli stranieri: @julioestrela, @nathparis e @aliveinnyc
Una cosa che manca all’app di Instagram
Una cosa che chiedo da sempre: la possibilità di salvare le ricerche. E poi l’app in landscape, quando si ruota lo smartphone in orizzontale, un po’ come fa Snapseed.
P.S.: Gipo, per vari motivi che non vi sto a raccontare, è stato il founder di @IgersPisa, passando poi il testimone al valoroso @nicolacarmignani
E ora mettetevi comodi ed entrate nel (favoloso) mondo di Gipo