Giulio Giacconi, 38, è un art director e Iphoneographer milanese. @tenebrogg su Instagram. Nelle sue foto ci sono storie, storie di persone e di vite diverse l’una dall’altra. A fare da sfondo, una Milano viva e attuale. Intervista a cura di Andy Ferrario (IgersMilano)
IgersMilano: Quando hai comprato l’iPhone e quando hai iniziato ad usare Instagram?
Giulio Giacconi: Ho comprato il mio iPhone nell’estate del 2010. Se non ricordo male, ho cominciato a utilizzare IG a fine ottobre. Sì, confermo, Statigram dice: “I posted my first photo on October 29th, 2010″.
IM: Eri già appassionato di fotografia, prima che Instagram entrasse nella tua vita o è stato proprio questa applicazione a farti scoprire il mondo delle immagini?
G.G.: Instagram ha sicuramente risvegliato in me la passione per la fotografia, che negli anni avevo accantonato. Scattavo con una reflex Nikon a pellicola. Col passaggio al digitale non mi sono più aggiornato e, a parte qualche compatta (ho una Coolpix) e qualche foto fra amici, ho perso un po’ la componente “artistica” ed espressiva della fotografia. Ero abbastanza scettico sulla mobile photography, mi sembrava inconcepibile “fare foto col telefonino”. Foto di qualità, intendo. Ed è proprio grazie a IG che ho scoperto le potenzialità di un oggetto come l’iPhone. Su IG ho trovato degli iphonographer fantastici, veri artisti, tecnicamete perfetti. Ed è seguendo e osservando il loro lavoro che ho pensato: “Ma allora si può fare!”
IM: Non c’è che dire, ci sai fai fare anche con le parole! Osservando la tua galleria, ci si accorge come ogni didascalia completi in modo quasi perfetto ogni foto. Cosa scatti con IG? Ami fotografare qualche soggetto o situazione in particolare?
G.G.: Faccio prettamente street photography. Amo fotografare le persone. Di qualunque età, razza o aspetto. Mi piace coglierle nella loro spontaneità. I loro gesti, i loro sguardi, i loro sorrisi, il loro dolore, la loro spensieratezza. Catturandole in momenti naturali, normali, senza pose o forzature, le persone sono vere. Grazie a questo tipo di fotografia sono diventato molto più attento, più osservatore e anche più tollerante. Perché ti accorgi che ognuno ha qualcosa da raccontare, anche solo con uno sguardo. È meraviglioso. È come se ogni scatto fosse un omaggio a ognuno di loro.
IM: Fotografi prevalentemente con iPhone, quindi? Che app usi per editare le foto?
G.G.: Sì, uso quasi solo il mio iPhone. Come app utilizzo principalmente Hipstamatic, Camera+, Snapseed e Noir. Ogni tanto Lo-Mob, Picfx, Infinicam, Pixlromantic e PictureShow.
IM: Quali sono gli utenti che ti hanno aiutato a migliorare e da cui trai ispirazione?
G.G.: I miei preferiti sono quelli che riescono a mantenere alta la qualità delle loro foto, che hanno costanza, sia tecnicamente che nei contenuti. Gente da cui imparare, insomma. Quello a cui sono più affezionato, anche a livello umano, è Millo (@mifjuz). È messicano e fa delle foto splendide, piene di vita. Pura gioia. È davvero bravo con il colore. Poi, adoro Sandy (@msbluesky). Fa dei b/w pazzeschi. È bravissima! Uno che seguo e amo da sempre, ma che non mi ha mai, e dico mai cagato (cit.) è @komeda. Un poeta della solitudine.
Noi possiamo, invece, trovare ispirazione nelle foto di Giulio, perché anche lui è un poeta, ma della street photography. Sembra avere una certa empatia con strade e persone. E, seguendolo, potreste riuscire a scorgere anche la sua di storia.
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