Il sogno di ogni bambino: le costruzioni LEGO. È vero che una volta conosciuti, ci si innamora e non li vorremmo mai lasciare, anche da adulti. C’è chi ha trasformato la passione per la LEGO in lavoro e chi, come Giulio De Bortoli, in un profilo Instagram.
Attraverso questo particolare profilo Instagram, @gmdb, Giulio racconta la propria vita mostrando il suo alter ego, ma cosa dico… il uso alter-LEGO: MiniG.
Ciao Giulio, ci presenti MiniG e come hai iniziato a curare il profilo Instagram in questo modo singolare?
MiniG nasce circa un anno fa quando, al posto del solito “diario di viaggio”, decisi di affidare il racconto in tempo reale della mia vacanza in Cornovaglia ad un pupazzetto Lego che mi assomigliava parecchio. Per il suo nome mi sono ispirato a Mini-Me, il piccolo clone del Dottor Male del film Austin Powers; per l’idea del racconto di viaggio invece dal nanetto da giardino viaggiatore del film “Amelie”.
Racconti la tua vita attraverso la rappresentazione “LEGOlesca” oppure sono semplici situazioni create ad hoc?
Inizialmente l’idea era di mostrare unicamente momenti della mia vita in viaggio attraverso gli occhi di MiniG ma in breve ho scoperto che il mio piccolo alter-(L)ego aveva una personalità tutta sua e gli piaceva esibirsi anche in situazioni più o meno surreali.
Come nasce una scena? Quanto tempo impieghi a prepararla? Quali sono le app con le quali lavori le foto?
Dipende da cosa vuole fare MiniG: alle volte gli piace semplicemente farsi fotografare con qualche bel panorama sullo sfondo, altre volte gli piace creare qualcosa di particolare e divertente… Fin dall’inizio mi sono prefissato di realizzare le mie foto unicamente con l’iPhone, dallo scatto alla pubblicazione passando per tutte le varie fasi di fotoritocco. Le app che uso sono: Snapseed e Enlight per il ritocco e per la cornice, Tadaa SLR per eventuali sfocature, Watermark per il logo e Halftone per i fumetti. In genere per realizzare una foto ci metto dai 5 ai 20 minuti al massimo.
Quanto recepisce il pubblico di Instagram a questo genere di creatività? Credi che possa diventare un progetto virale?
Quando avevo iniziato pensavo fosse un progetto non dico unico, ma abbastanza originale. In realtà poi ho scoperto che il Lego piace ad un sacco di instagrammers e sono parecchi gli account che usano i minifigures. Però la concorrenza non mi spaventa perché credo che MiniG abbia le carte in regola per distinguersi dalla massa e per conquistare tanti ammiratori. Gli servirebbe solo una mano per farsi conoscere un po’ di più in giro…
Segui una strategia per la pubblicazione delle tue foto? Segui profili simili o ricerchi hashtag nel settore #lego?
Non ho strategie particolari se non un ritmo abbastanza costante di pubblicazione: circa 3 foto a settimana. Seguo abbastanza profili simili da cui a volte traggo degli spunti ed a cui a volte ho visto (con un po’ di soddisfazione) che ne fornisco… Ovviamente gli hashtag sono importanti per trovare e per farsi trovare. Quelli che uso maggiormente sono #Lego, #Legostagram, #minifigures e #toystagram
Quanti personaggi hai in tasca? Li porti sempre con te durante la giornata o le vacanze?
Ho cominciato con il primo che avevo comprato in un LegoShop a Berlino. Poi mi sono fatto prendere dalla passione per l’enorme quantità di personaggi ed accessori che esistono ed ho finito per trovarmi a fare una vera e propria collezione di minifigures. La parte più importante del mio personaggio è la testa perché è quella che caratterizza MiniG e lo rende il mio alter-(L)ego: nè ho una dozzina che non si sa mai. Quando esco a fare un giro porto quasi sempre con me MiniG con un po’ di vestiti e di accessori in genere pensati in anticipo in base a cosa voglio (o spero di) fotografare. È una cosa che mi diverte parecchio e spero che le mie foto di MiniG strappino un sorriso anche a chi mi segue…