Iger della settimana // Steve McCurry

stevemccurry

La cornice era una delle più esclusive e prestigiose: la presentazione del calendario Lavazza 2015.
I protagonisti del calendario sono i difensori della terra, ovvero agricoltori e commercianti dei paesi in cui si produce il caffè, l’azienda, che con il calendario ha voluto imprimere una marcia forzata verso l’ecosostenibilità e naturalmente lui, l’autore: Steve McCurry.
Il sottoscritto e Phil Gonzalez, fondatore degli Instagramers, hanno avuto la possibilità di intervistarlo poco dopo la conferenza stampa e con lui abbiamo dunque parlato dei suoi progetti e del suo pensiero sulla mobile photography.

La decisione di voler essere un “difensore della terra” la prese fin da giovane o è un sentimento che è maturato in età più adulta?
La mia attività sul campo dura ormai da tantissimi anni.
Ma c’è ancora moltissimo lavoro da fare. Tutti dobbiamo provare a fare uno sforzo per rendere il mondo un posto migliore.
E’ importantissimo lasciare il mondo migliore di come l’abbiamo trovato e ognuno deve dare il proprio contributo positivo al mondo.
Cosa pensa dell’attuale situazione in cui versa l’Africa?
C’è una crescente consapevolezza da parte degli africani.
Le persone che ho fotografato ne sono in un qualche modo i rappresentanti e sono tutti eroi. Lo sono nel loro tentativo di preservare la natura, il territorio e i prodotti della loro terra.
Perdere queste tradizioni sarebbe un danno irreparabile e loro ne sono consapevoli.
Qual è stata la motivazione che la spinse ad accettare di sposare questa missione di Lavazza?
Lavoro da dieci anni con Lavazza, siamo stati in tanti paesi del mondo: dall’Honduras al Perù, in Colombia, in India, in Tanzania e altri ancora.
Questo calendario è dunque la continuazione di un rapporto di lavoro pluriennale. Il progetto che stiamo seguendo si chiama Tierra! e ha la finalità di mostrare ai piccoli produttori, ai piccoli coltivatori di caffè, tecniche e metodologie per produrre prodotti migliori e in definitiva essere pagati meglio. L’obiettivo pertanto è metterli in condizione di migliorare il loro standard di vita.
Che relazione stabilisce con le persone che fotografa? Quale approccio adotta prima di arrivare allo scatto?
Fotografare è un modo per conoscere le persone. Ci vuole rispetto e umanità, capacità d’ascolto ed empatia.
E’ un processo dopo tanti anni per me normale e riesco a mettere le persone a loro agio.
Qual è stato il momento più emozionante del viaggio che l’ha portata a scattare queste immagini?
Grazie a questo progetto ho avuto modo di vivere momenti di grande ispirazione. Mi ha colpito per esempio una ragazza etiope, protagonista del mio calendario. Lei è molto appassionata. l’ho definita un killer positivo. Ci mette infatti impegno e concentrazione per migliorare la qualità di vita e il prodotto stesso. Mi ha anche colpito Padre Peter: una persona piena di calore con cui è stato bello trascorrere del tempo.
Orazio Spoto, Steve McCurry e Philippe Gonzalez
Orazio Spoto, Steve McCurry e Philippe Gonzalez

Parliamo dei nuovi trend della fotografia…  Lei è interessato alla mobile photography?

Trovo molto bello e straordinario che tutti potenzialmente possiamo essere dei fotografi.
Sempre più spesso i grandi reporter sono passanti che si trovano in un posto e in un momento in cui succede un evento memorabile.
Ormai tutti abbiamo un telefono, è uno sviluppo per me positivo. Grazie alla tecnologia mobile possiamo ritrarre la nostra vita in maniera più semplice.

Cosa pensa di Instagram?
In quanto espressione dei nuovi media, lo trovo un fenomeno interessante. Ho un account (@stevemccurryofficial) con 76000 follower (oggi oltre 90.000, ndr) e questo amplia il pubblico. Quando pubblico un libro ne vendo 10/15000 copie, se faccio una mostra possono esserci 1000 visitatori. Con la tecnologia parliamo di numeri molto più elevati.
Anche questa è una evoluzione positiva.

Tagged: