Igersmilano e Andrea Rosso 55dsl al Vinodromo per parlare di vintage e fotografia

Andrea Rosso incontra igersmilano

Andrea Rosso incontra igersmilano

Una lunga chiacchierata, durata quasi tre ore, durante le quali si è parlato di vintage, di fotografia e non solo.

Parlare con Andrea Rosso, direttore creativo di 55dsl e figlio d’arte di quel Renzo Rosso della Diesel, è stata una esperienza sicuramente interessante.
La prima cosa che colpisce di Andrea è l’autentica timidezza e questo lo rende molto distante dal cliché del figlio d’arte o dal modaiolo che sguazza fra gossip e follie notturne.
Questo carattere lo rende subito simpatico. In più abbiamo scoperto di avere molte passioni in comune come la corsa, l’amore per i tessuti, il viaggio, specialmente se fatto con poca roba e borsoni pratici ( a tal proposito Andrea si è presentato con un borsone da viaggio fan-ta-sti-co), la cultura giapponese e naturalmente la fotografia.
Andrea non è un grande utente di Instagram, ma intanto la nostra amata app lui la usa.

E proprio dal vintage e da Instagram siamo partiti per parlare poi di tutt’altro, anche perché non eravamo soli ma con noi a pranzo c’erano anche Claudia Resta, Gianfranco Chicco, Alessio Baù , Maria Aversano e Marco Massarotto.
Prima però che io e i miei commensali cominciassimo a “massacrarlo” di domande, lui ci spiazza e ci chiede: lo schermo vi fa paura?
Pochi secondi per riprenderci e ognuno di noi dà una sua risposta. Poi Andrea chiude dicendo che il potere seduttivo dello schermo di un telefono, di un tablet e di un computer possono catturarci e farci dimenticare che c’è un mondo reale…
Ora non è mia intenzione dirvi come è finita la conversazione su questo tema per due ragioni:
1) non è finita 😉
2) sono già stati spesi fiumi e fiumi di inchiostro e di byte per dare la propria opinione su quale sia il giusto bilanciamento fra vita digitale e vita non digitale (come se uno avesse due vite…)

Il resto della conversazione è filato sicuramente più liscio, parlare di vintage ci ha dato il là per introdurre il tema “libri” e anche qui se ne sono viste delle belle. Per  alcuni di noi il libro è un feticcio irrinunciabile, per altri lo è eccome! A chi interessa: io sono fra questi ultimi. Andrea invece è un irriducibile del libro e anzi li colleziona e ne ha tanti, specialmente di moda, ma anche di monografie di personaggi che amano mixare le proprie passioni (es. il surfista che colleziona abiti vintage). Nota: Andrea è talmente appassionato di libri che ne ha portati diversi con lui mostrandoceli. Fra questi scopriremo che alcuni dei suoi preferiti sono quelli dedicati alla grafica pubblicitaria degli anni 80. Grande!

Questa connessione con i libri ci fa tornare al discorso principale ossia il vintage. Su questo Andrea ha le idee chiare anzi chiarissime: il bello del vintage è che attraverso la tecnologia è possibile replicarlo e addirittura migliorarlo. L’innovazione di prodotti e tessuti avvenuta negli ultimi 30 anni effettivamente è impressionante e quindi il vintage diventa un modello a cui ispirarsi per fare qualcosa di comunque nuovo e non una operazione nostalgia. E aggiungo io: meno male visto che Instagram ha un richiamo con la fotografia in stile vintage ma anche qui la creatività riesce a creare immagini straordinarie.

Il pranzo è poi proseguito amabilmente: si è parlato di musica, di luoghi milanesi del cuoree abbiamo giocato associando dei brani musicali ai luoghi. Cosa ne è uscito: San Babila negli anni 80′ nell’epoca del burghy con le musiche dei film patinati dell’epoca ma anche il tunnel della stazione con i brani dei Beastie Boys.

Ma c’è anche spazio per location insolite e poco note anche ai milanesi come i cortili dei palazzi delle vie del centro come Corso Venezia e autentici gioielli come Villa Necchi (bellissima e vi consiglio di visitarla appena potete). Da visitare in silenzio.

 

 

 

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