Il Festival di Sanremo, specchio e interprete della società italiana: nel tempo e nello spazio

Un luogo non è mai solo un luogo.

Il Festival di Sanremo, noto anche come Festival della Canzone italiana, è lo spettacolo nazional-popolare per eccellenza, in senso gramsciano e non come molti se ne servono volgarmente oggi. In generale, come festival musicale è considerato tra i più importanti e longevi al mondo. Per la sua storia e la macchina mediatica che muove, Sanremo è più di un festival: si è trasformato effettivamente in un genere letterario, nel senso che produce narrazioni, discussioni e anche prodotti culturali (film e libri).

Sanremo, prima di essere un festival, è prima di tutto una città, un luogo ben preciso. Si trova in Liguria, nella provincia di Imperia). E un luogo ha sempre una sua identità. Come le persone.

Quando si parla di identità di un territorio, si stabilisce sempre una correlazione tra il luogo fisico e lo spazio culturale-simbolico-economico di una determinata società, e la connessione festival-territorio contribuisce a ridefinire gli aspetti di questa identità locale. Nel marketing è una risorsa molto utilizzata per connotare turisticamente un territorio.

L’identità di un luogo non indica solo il recupero di elementi paesaggistici e patrimoniali, ma consiste in una vera e propria rielaborazione culturale, strettamente legata alla memoria sociale e politica, e agli eventi del presente. Di conseguenza, Festival di Sanremo non significa solo musica e costume, ma anche storia e cultura, specialmente se poniamo l’attenzione sul modo in cui la storia del festival si intreccia con quella dell’intera nazione e della città in particolare. Anche perché, più i luoghi dove un evento si svolge sono piccoli, più creeranno un’atmosfera comunitaria.

Tempo e spazio sono le due dimensioni imprescindibili da cui prende senso l’esperienza e da cui osservare i contesti soggettivi della vita umana.

Il Festival di Sanremo ha anche un primato, svolge la funzione nazionale dal 1951: è lo specchio della società italiana e anche il suo interprete: ne trasmette l’immagine e l’autorappresentazione.

Facciamo un esempio su tutti: “Nel blu dipinto di blu, la canzone di Domenico Modugno.

Forse non esiste italiano che non la conosca e rimane sempre attuale. Viene riconosciuta a livello internazionel come il simbolo dell’Italia nel mondo.

Questa canzone fu un enorme successo sin da quando venne presentata al Festival nel 1958, non solo per le capacità indiscusse di Modugno, ma perché recava insito il desiderio di rinnovamento della società italiana dell’epoca (oltre che degli stili musicali). È un inno alla rinascita del Paese che, dopo la Seconda guerra mondiale, viveva gli anni della ricostruzione, si affacciava all’epoca moderna e a tutti quei cambiamenti che l’avrebbero successivamente portata al boom economico.

La stessa canzone l’abbiamo sentita infinite volte da allora. Durante la primissima quarantena nel 2020, “Nel blu dipinto di blu” accompagnava le immagini di un’Italia deserta, sofferente e impaziente di ripartire, e divenne l’emblema del sostegno al Paese, dalle radio ai balconi, e da parte di tutti gli italiani all’estero che, in quel momento, erano spettatori della catastrofe che ben presto si sarebbe abbattuta sull’intero pianeta.

La scelta non fu casuale e risultò molto evocativa, perché l’obbligo della quarantena contrastava con la libertà del volo, dall’alto del quale si può vedere e immaginare la bellezza unica e irripetibile dell’Italia, tra l’azzurro del cielo e del mare.

Anche per quanto riguarda lo spazio, il Festival di Sanremo ha portato a numerosi cambiamenti nell’arredo urbano della città, riqualificandola, e nel restauro di edifici preesistenti. La città stessa si narra attraverso il Festival.

Tra le opere degne di nota realizzate a Sanremo:

  • la pedonalizzazione e abbellimento di corso Matteotti, la strada principale con la quale si arriva al Teatro Ariston;
  • la statua di Mike Bongiorno che ritrae lo storico presentatore del Festival con un braccio alzato nell’atto di pronunciare la sua celebre frase “Allegria!”, diventata un monumento di interesse turistico e, di tanto in tanto, prestata ai movimenti di protesta (il braccio sollevato ha consentito l’appoggio di alcuni messaggi, come ad esempio, durante il flash mob del movimento “Ni una menos” dell’8 febbraio 2020 contro la violenza sulle donne, ritenendo il Festival una vetrina importante). A marzo dello stesso anno, durante il lockdown, sul volto della statua venne messa una mascherina con il messaggio: “Allegria! E il virus va via!”;
  • la riqualificazione del Palafiori, l’edificio che fino agli anni ’90 ospitò il mercato che fiori, il più importante a livello nazionale, oggi luogo di riferimento per gli eventi del Festival;
  • il Forte di Santa Tecla nel Porto vecchio del 1700, adibito successivamente a carcere, oggi restaurato e dedicato a mostre e iniziative culturali per l’intera città.

Quindi, un luogo non è mai solo un semplice luogo.

La maggior parte degli italiani vive il Festival di Sanremo solo come spettatore casalingo, di conseguenza, vi prende parte in modo indiretto; tuttavia, da tre anni esiste un modo più divertente e creativo per parteciparvi, che ha portato una ventata di freschezza ad una manifestazione che aveva iniziato a scollarsi soprattutto dalle nuove generazioni: il FantaSanremo, un gioco del tutto gratuito che segue la filosofia del fantacalcio, ma non bisogna essere esperti di niente. Tutto ciò di cui si ha bisogno è solo la voglia di divertirsi con gli amici. L’ironia e il pizzico di irriverenza che si genera sui social tra questi due eventi connessi tra loro (vedi meme e grafiche coordinate) rispecchia esattamente il modo di vivere e di raccontare che abbiamo oggi. Quindi, cambiano i tempi e gli strumenti, ma la storia si riconferma: il Festival di Sanremo è uno spaccato della società italiana a cui non dovremmo mettere alcuna etichetta: ciò che riteniamo buono portiamolo avanti, ciò che non lo è, lo possiamo migliorare.

(Attenzione, c’è uno spoiler in arrivo!)

L’Associazione Igersitalia mette insieme appassionati di fotografia, turismo, viaggi, cultura di tutta Italia, è una delle associazioni più grandi in termini numerici, e molti di noi sono amici da anni grazie alla possibilità che offre Instagram di mettere insieme online e offline, un unicum nel panorama social. Ed è così che, dall’idea di alcuni Regional Manager, è nata la Lega del FantaSanremoIgersitalia League. Ci piace pensare che, pur vivendo lontani, possiamo ritrovarci tutti insieme anche nel gioco e nella condivisione di questa esperienza spensierata.

Un ringraziamento speciale va a Roberta Giuliano (IgersBasilicata) e Federico Falvo (IgersCalabria) con cui è facile fare tutto e, soprattutto, è divertente farlo!

Vieni a scoprire la nostra squadra e che vinca il migliore! Hai tempo fino al 6 febbraio!

Igersitalia League: la lega dei soci di Igersitalia

Bibliografia

Bozzato S., Bandiera G., (2018). Festival territoriali. Identità e alterità comunitarie, in Capano, F., Pascariello, M. I., Visone, M., La città altra. Storia e immagine della diversità urbana, p. 65-70.

Castells M. (2008). La nascita della società in rete.

Lanotte G. (2015) La canzone tricolore. Storie dell’industria musicale, in Storia della comunicazione e dello spettacolo in Italia. Volume II: I media alla sfida della democrazia (1945-1978). Vita e Pensiero.

Plastino G. (2013). The Big Match. Literature, Cinema and The Sanremo Festival deception.

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