Instagram e Virtual Influencer: le nuove star del social

“[…] Mi interessa la cultura, il cinema e l’arte giapponese”, sostiene Imma Gram – famosa star di Instagram in Giappone. Modella dai capelli corti e di colore rosa, lineamenti orientali e perfettamente armonici, vestiario casual e pop; sul suo profilo foto di lei che fa la spesa, che viaggia, che consiglia outfit, che fa video su TikTok, che cucina e che propone, persino, maschere del viso. Anche il suo nome non è scelto a caso: “ima”, infatti, significa in giapponese “ora”: e cosa c’è di più del concetto di immediatezza all’epoca di realtà come Instagram? Sembrerebbe condurre una vera vita in perfetto stile social se non fosse che, Imma è una virtual influencer: un’influencer che – in realtà – non esiste.

Per la precisione, Imma è una C.G.I – ossia una computer – generated imagery. Attraverso questo procedimento, cd. C.G.I., si generano letteralmente delle immagini al computer; il processo – noto nel campo della computer grafica 3D, è utilizzato in particolare per la creazione di effetti speciali e digitali nei film, ma in generale in tutte le applicazioni in cui sia necessaria la grafica visiva. L’uso attento e innovativo dell’intelligenza artificiale ha permesso di creare dei corpi che hanno perfette sembianze reali; anche le loro emozioni non sono null’altro che il frutto di un ottimo lavoro grafico 3D.

https://www.instagram.com/imma.gram/

Imma è una creatura nata nel 2018, per mano dell’azienda ModelingCafe Inc., con base nel quartiere alla moda di Tokyo, e ad oggi conta su Instagram 325 mila follower. Già l’azienda è molto nota per vantare nel proprio curriculum opere grafiche e di intelligenza artificiale quali i film Final Fantasy XV e Shin Godzilla, così come ulteriori e famosi videogiochi. I dettagli con cui Imma è stata creata sono di un sorprendente realismo: d’altronde, proprio su Instagram, faceva notare ai suoi followers la ricrescita del capello dopo un po’ di tempo dall’essersi fatta la tinta. Grazie all’attento uso della tecnologia grafica e dell’intelligenza artificiale, l’azienda che l’ha generata ha creato un lavoro virtuale di fine impatto: la ragazza ha in effetti una testa del tutto virtuale che si muove sul corpo di una ragazza reale. La tecnologia tridimensionale ha quindi permesso alla modella di apparire su sfondi di qualsiasi tipo, promuovendo anche prodotti appartenenti a brand famosi quali Dior, Burberry, Magnum Algida (qui, addirittura, assieme ad un noto attore cinese). Imma è una ragazza bellissima, connotata anche di dettagliati difetti, il cui aspetto esteriore è così curato in quanto affidato ad uno staff esclusivamente composto da dipendenti donne; le stesse, infatti, si occupano di curare in maniera maniacale l’epidermide, il make-up e in generale il look dell’influencer.

https://www.instagram.com/p/CAjzm92jLtu/

Imma non è certo l’unica virtual influencer che si affaccia sul web. Facciamo un passo indietro. La prima modella virtuale, presa in prestito dai videogame nel 2015, è stata Lightning – eroina dai capelli rosa del gioco Final Fantasy – che fu testimonial virtuale di un brand di lusso quale Louis Vuitton. Tra i primi debutti, poi, a mano di Trvor McFedries e Sara DeCou, nel 2016, quello della sexy virtual influencer: Lil Miquela. Con tutt’altro stile rispetto ad Imma, Lil Miquela è una cantante che vive a Los Angeles e che ad oggi conta 2,8 milioni di followers. I suoi creatori descrivono dettagliatamente una storia immaginaria, in cui la modella sponsorizza anche marchi molto famosi in ambito moda – quali Calvin Klein e Prada. Per lei, inizialmente, i suoi creatori non rivelano la sua identità virtuale; le foto postate sul sociale vengono quindi viste come quelle di una ragazza normale in carne ed ossa. In realtà, Lil è una simulazione digitale, frutto di memoria virtuale, che è stata raffigurata anche insieme a varie celebrità, nonché intervistata per testate giornalistiche di svariata importanza quali Vogue. Nell’agosto 2017, ha anche pubblicato il suo primo singolo “Not Mine”. Come per Lil Miquela, anche per Imma – in tempi recenti – è stata richiesta l’apparizione sull’edizione giapponese della rivista di moda e spettacolo I- D Magazine; qui Imma è la protagonista di un servizio di moda insieme a due modelle in carne ed ossa.

A ruota, dopo Lil e Imma, altri virtual influencer degni di nota: Noonoouri, Shudu.gram – la prima modella virtuale di colore nel 2017, e il Colonnello Sanders – icona dai baffi grigi e in smoking rigorosamente bianco, celebre del brand KFC. Noonori, creata da Zuber sulle fattezze della super modella Naomi Campbell e delle sorelle Kardashian, ha visto ruotare attorno a sé collaborazioni con i più importanti marchi dell’alta moda internazionale: Dior, Valentino, l’e-commerce Yoox. Tra i suoi ultimi ingaggi, il brand Philosophy di Lorenzo Serafini che l’ha scelta per la collezione Pre-Fall 2019 quando è apparsa al fianco di Chiara Ferragni nella sfilata primaverile. Da citare anche Liam Nikuro, ragazzo nippo americano tra i più realistici, canta e produce in Los Angeles. Gioca a basket, veste brand famosi come Nike, va in palestra e fa innamorare di sé tante ragazze.

Nel 2018, ancora, ha fatto debutto la prima modella non virtuale ma androide. Creata dalla società di robotica e intelligenza artificiale – Horishi Ishiguro Laboratories della società ATR – fu scelta da Gucci come testimonial di una sua importante campagna: “Why are you scared of me?”. La campagna era volta a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’intelligenza artificiale di cui erano stati dotati i robot, che venivano così maggiormente avvicinati alla realtà grazie anche alla capacità di interagire con l’ambiente circostante. Grazie allo sviluppo delle Reti Neurali, modello matematico composto da una serie di neuroni artificiali, la capacità di comunicare di questo robot l’avvicinava completamente all’entità umana.

Assistiamo, quindi, ad un fenomeno che – seppur nato un paio di anni fa – sta continuando ad avere enorme successo soprattutto tra i marchi famosi, di lusso e non solo. Un recedente report di Hype Auditor, nel 2019, ha dimostrato come questi virtual influencer creano delle interazioni un tasso tre volte più alto di quelli veri. Le star virtuali, però, non sono solo uno strumento di mera pubblicità per brand famosi e di lusso; parlano ai più giovani nella loro lingua e spesso sono artefici di portare avanti messaggi importanti nel mondo soprattutto adolescenziale. Il creatore di Liam Nikuro, star virtual di Hirokuni Genie Miyaii, sostiene di aver dato vita al personaggio non solo per scopi di marketing ma, in particolare, per combattere il cyberbullismo in Giappone. Liam, infatti, potrebbe aiutare i ragazzi offrendosi come un amico, qualcuno con cui parlare e che possa ascoltare; questo anche per evitare casi di suicidio tra i più giovani. Sia Liam che Lil Miquela, poi, sono apertamente schierati contro il razzismo e sostengono da vicino il movimento #blacklivesmatter. Persino Imma, attraverso una campagna Ikea, propone aspetti positivi nel trascorrere tempo a casa durante un periodo così difficile come la pandemia; prendersi cura di sé, prendersi cura della propria salute fisica e mentale, leggere, fare yoga: questi sono alcuni dei positivi messaggi lanciati dai virtual influencer.

https://www.instagram.com/p/CAzH7P8HU29/

Visitare i profili Instagram di questi virtual influencer rende, dunque, e in ogni caso davvero complicato far comprendere che dietro ad ogni foto vi sia un lavoro di creatività digitale molto scrupoloso e attento. Il mondo, attraverso i social, sta evolvendo dunque in un senso nuovo. I virtual influencer mietono followers ogni giorno, in tutto il mondo. I brand famosi fanno a gara per vestirli o per farsi rappresentare, in un mondo social che incontra e abbraccia sempre più da vicino quello di marketing – sfidando la percezione umana della realtà.

Al momento in cui si scoprì che questi influencer erano, in realtà, dei “fake in 3D” esplose, però, un acceso dibattito. La paura fu subito (e ancora oggi è così) che le modelle virtuali potessero fare concorrenza a quelle in carne ed ossa, sottraendo loro del lavoro. David Polgar, importante studioso di etica tecnologica, ha affermato sul punto che queste fake modelle dovrebbero considerarsi come marchi e non come persone, evitando di far eccessivamente sfumare il confine tra finzione e realtà. I virtual influencer sono, tuttavia, una nuova frontiera della brand communication che ha tutta una serie di vantaggi e risvolti positivi: in questo periodo, profondamente segnato dalla pandemia Covid19, i processi di digitalizzazione si sono accellerati in tutti i campi al punto che ricorrere ad un influencer digitale porta con sé innumerevoli vantaggi. Basta pensare che l’evento “London Fashion Spring/Summer 2021” è stata vissuta completamente online e Noonoouri ne è stata una protagonista.

Non è comprensibile capire se il fenomeno dei virtual influencer rappresenti un trend passeggero o qualcosa di più duraturo: è un fenomeno che, più da vicino, ci permette di osservare nuove forme di estetica, di “realtà” e di utilizzo della tecnologia. D’altronde anche gli utenti sono più coinvolti dai contenuti generati da questi personaggi “finti”; e d’altro canto i grandi brand hanno la garanzia di evitare epic fail, avendo maggiore controllo su questi influencer, anche a costi minori. Resta importante, in questo ambito, non trascurare il fattore credibilità: il successo di una campagna di influencer marketing dipende dal livello di fiducia che il pubblico ripone nell’influencer stesso. Ed ecco che entrano in campo le emozioni, che giocano un ruolo fondamentale: mostrare le proprie vite e i propri interessi crea un legame di autenticità con il proprio pubblico. Può allora l’intelligenza artificiale creare un legame reale con gli utenti di un social come Istangram? Qualcuno potrebbe obiettare: ma d’altronde, quanta finzione creativa e digitale osserviamo su Instagram? A voi la risposta.

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