Negli ultimi anni l’uso politico e attivista dei social network come Instagram è stato studiato intensamente, mentre minor attenzione è stata riservata al ruolo delle immagini o delle grafiche come parte rilevante dei movimenti sociali, nonostante sia stato riconosciuto il potere dei meme, come forma di comunicazione specificamente digitale presente nei dibattiti e nelle mobilizzazioni politiche.
Che cosa sono i meme?
I meme sono immagini accompagnate solitamente da un testo divertente, che può avere o no una relazione con l’immagine stessa. Si caratterizzano per la loro replicabilità e per non avere pretese artistiche, essendo esteticamente informali e poco curati (uno dei principali segni di identità). Queste particolari grafiche hanno l’ambizione di voler influire sulla mentalità, sul comportamento e sulle azioni di un gruppo, appellandosi all’esistenza di un obiettivo comune.
Se consideriamo l’importanza delle immagini esteticamente ben curate di Instagram, è interessante osservare l’inserimento dei meme e analizzare le loro caratteristiche all’interno di questo specifico social network.
Meme di Instagram e mitologia
Il potere dei meme risiede anche nella loro “economia” come strumento di comunicazione e nella loro capacità educativa come narrazione mitologica. Nel caso concreto dell’attivismo ambientale, questi rimandano spesso ad un mito primordiale: preannunciano la fine del mondo se non cambiamo le nostre abitudini poco sane. Sebbene nella maggior parte dei miti conosciuti la distruzione del pianeta è sempre stata determinata da un agente esterno all’uomo (come per esempio un dio, un extraterrestre, una calamità naturale …che spesso dipende da un dio) e in molti casi si associa alla mancanza di moralità (vedi il diluvio universale di Noè), nel caso dei “miti ambientali” la causa principale della fine del mondo riguarda solo ed esclusivamente le azioni degli uomini compiute contro la natura, che – come la letteratura e la storia insegnano – è sempre più forte e, pertanto, si ribellerà sempre. Anche perché – come dice qualcuno – siamo solo ospiti su questa terra.
I miti sono storie con una enorme carica emotiva che cerca di dare risposte alle domande dell’uomo. Secondo gli studiosi, esercitano varie funzioni: tra queste la più importante è quella di agire come modelli di comportamento. È una narrazione orale che, generalmente, ha come protagonisti Dei ed Eroi, con dettagli che variano di epoca in epoca, dando luogo così a versioni diverse magari dello stesso evento. Con l’invenzione della scrittura e della sua diffusione, il mito è stato sempre oggetto di rielaborazione letteraria, non è mai scomparso. Oggi, infatti, possiamo ancora parlare di miti, solo che si presentano e si trasmettono attraverso mezzi diversi, come i social network ad esempio, modificandosi nella velocità di propagazione e possibilità comunicativa. Non dobbiamo più pensare ai miti dei classici greci, in quanto la dimensione della sacralità è stata totalmente abbandonata nell’era contemporanea; tuttavia, da parte degli uomini, rimane ancora la necessità di dare un senso emotivo profondo alla vita, collegando l’esperienza concreta con l’universo dei sensi, la verità delle fonti empiriche con la struttura profonda delle grandi narrative. Insomma, i meme continuano ad essere un’allegoria e così vanno letti e decodificati.
L’attivismo ambientale fatto dai meme
Nel campo dell’attivismo ambientale, nella mobilitazione di fronte al cambio climatico e alla distruzione della natura, le immagini giocano un ruolo davvero importante. Note, ad esempio, sono quelle utilizzate da Greenpeace che enfatizzano gli aspetti negativi e alcune di esse sono diventate iconiche. Tuttavia, secondo alcuni studi, le immagini negative producono risposte emozionali di rifiuto, mentre quelle che mostrano possibili soluzioni, al contrario, generano risposte più positive e partecipative.
Sui social network l’attivismo ambientale si manifesta nei più svariati modi e viene portato avanti da soggetti diversi, aventi tutti lo stesso scopo: stimolare la comunicazione sul tema e promuovere azioni concrete. Troviamo, così, organizzazioni internazionali, come la già menzionata Greenpeace, collettivi come @about_environment, celebrity che appoggiano la causa, come Leonardo Di Caprio che dedica le sue reti al cambio climatico, o attivisti (chiamati anche eco-influencer) come Greta Thunberg, che sono diventati veri e propri casi mediatici. L’obiettivo è quello di creare una storia a cui ispirarsi e sulla quale basare il proprio stile di vita, che mira ad essere sostenibile, quindi rispettoso verso l’ambiente.
Le narrative visive di questo tipo di attivismo digitale implicano la relazione tra ordine cosmico e ordine sociale, che è tipica della struttura classica del mito. L’attivismo ambientale, che normalmente si basa sulla denuncia o protesta, utilizza quasi sempre immagini fortemente negative, al fine di avere grande visibilità e, pertanto, spingere governi e industrie a intervenire. L’uso dei meme in questo campo punta ad alimentare il dibattito sociale e politico, e allo stesso tempo permette di comprendere più facilmente un tema tanto complesso, peraltro in modo efficace, potente e anche rapidamente. La sua forza risiede nella capacità di risonanza con la cultura di come dovrebbero essere le cose.
Ecco alcuni dei profili Instagram più prolifici nella creazione e nella diffusione di meme: @ecoinventos, @reducewastenow, @thezerowasteguide, @greenpeace.


Osservando la produzione grafica dei meme utilizzati in questi profili, emerge che la struttura narrativa predominante è quella del “prima e dopo”, in generale molto popolare sui social, che si caratterizza nell’introduzione di un vettore temporale che porta verso un miglioramento o un peggioramento a seconda dei casi.
Ciò che hanno in comune questi meme è la metafora, che altro non è che la verità espressa dal mito. Per quanto ci riguarda, cambio climatico e degenerazione dell’ambiente porteranno ad una catastrofe irreversibile, a meno che non vengano prese misure urgenti e categoriche per tutti, affinché si possa arrivare ad un’inversione di marcia. Non si fa una denuncia diretta alle istituzioni o alle corporation, bensì alle persone, in quanto la somma delle azioni individuali può contribuire a spostare la bilancia in un verso o nell’altro.
Diamo per assodato che istituzioni e corporation non sono fuori dai giochi, proprio il contrario, dovrebbero mettere al centro il bene della collettività, ma sfortunatamente troppo spesso assistiamo a decisioni che vanno nel senso opposto.
Possiamo concludere che, nell’attivismo digitale, i meme sono uno strumento molto utile, nonostante l’informalità e l’aspetto divertente, poiché, sfruttando le caratteristiche di cui sopra, permettono di affrontare temi importantissimi come quello ambientale, al primo posto nell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, ed essere molto efficaci. Sono prodotti della cultura digitale partecipativa, caratterizzata dalla creazione e dallo scambio, simboli che partono dall’individuo e si dirigono all’individuo, nell’ecosistema mediatico incarnano l’attivismo politico puramente digitale e creativo.
Immagine in evidenza about_environment