#JeSuisCharlie: la reazione su Instagram

 

Nel corso degli anni abbiamo visto l’evoluzione dei social network, prima Twitter e poi Instagram, in veri e propri strumenti di giornalismo, di propagazione di notizie e di testimonianza visiva. Dalla Rivoluzione Egiziana al movimento Occupy Wall Street, gli utenti hanno iniziato a usare più consapevolmente la potenza dei social media come mezzi di comunicazione. Il flusso di notizie è continuo e alimentato da tantissime fonti, sia sul campo, come veri e propri giornalisti di guerra, che come propagatori di informazione, a colpi di ricondivisioni, repost e retweet. Twitter è usato per la cronaca diretta di quello che succede nel mondo: ogni singola informazione viene distribuita ovunque e, dove i mass media sono assenti, questo social medium riempe il vuoto. Instagram invece si è dimostrato un potente veicolo per la testimonianza visiva. Da sempre non esiste nessuna prova più potente dell’immagine, che ci mette di fronte all’avvenimento. Il photo-reportage è immediato, non più un’immagine trasmessa al telegiornale o stampata su un quotidiano, ma lo vediamo sul feed del nostro cellulare e, attraverso i tag, possiamo risalire a tutte le immagini, postate da utenti che erano sul ‘campo’, testimoni diretti degli avvenimenti.

Il 7 gennaio il mondo intero è rimasto scosso dal massacro di 12 persone nella sede del Charlie Hebdo, noto settimanale satirico francese, per mano di alcuni terroristi, uccisi dalle forze dell’ordine dopo 3 giorni di assedio della capitale francese.

Nel corso di queste lunghissime ore, l’evento ha suscitato un’esplosione di informazioni, notizie che hanno invaso i nostri feed. Tuttavia non è solo il lato giornalistico e di cronaca che ci colpisce, ma la solidarietà. Non abbiamo più solo foto dell’accaduto, ma anche immagini, anche di illustratori professionisti, che vogliono esprimere la loro posizione di supporto e di condanna dell’atto.

charliehebdoIn poche ore il tag #jesuischarlie (e altri hashtag minori come #jesuischarliehebdo, #jesuischarlieparis, ecc…) viene alimentato da migliaia e migliaia di tweet e foto su Instagram (oltre 900mila entry nel momento in cui scriviamo). Artisti, personaggi celebri, politici e utenti comuni, esprimono la loro solidarietà per Charlie Hebdo e le sue vittime, per la libertà di informazione, per supportare il diritto di satira.

Non sono solo foto ad alimentare il tag, ma veri e propri slogan e caption di illustrazioni, per esprimere ancora più radicalmente la presa di posizione a favore delle vignette satiriche che hanno scatenato questo attacco terroristico. Non solo. Qualcuno crea anche account a sostegno della causa, tra cui @charliehebdo, che raccoglie in poco tempo oltre 17mila seguaci.

Centinaia di migliaia di utenti fanno sentire la propria voce e se in piazza si alzano le penne in alto, su Instagram compaiono post che simboleggiano il supporto alla libertà di espressione che questi terroristi hanno cercato di sopprimere, che siano scatti originali dei cortei o di una propria protesta, o scatti ripostati.

Tra questi spiccano sicuramente l’illustrazione di @lucille_clerc, resa famosa perché ripostata dall’account non ufficiale di @Banksy (non è mai stato confermato essere il suo, ma è il più seguito) e la foto di un bebé nato lo stesso giorno dell’attacco, con la targhetta del nome che riporta ‘Je Suis Charlie’, come un simbolo della rinascita dopo la tragedia (purtroppo non abbiamo ritrovato la fonte originale, ma è una delle foto più ripostate).

Anche noi Instagramers, siamo vicini ai nostri amici di @igersparis e a Charlie Hebdo.

“L’amour plus fort que la haine” (L’amore è più forte dell’odio – Titolo di Copertina del numero 1012 di Charlie Hebdo).

IMG_4128Per contro, quasi 10mila entry sono dedicate invece all’hashtag #jenesuispascharlie, dove, pur manifestando solidarietà verso le vittime, si prendono le distanze da una testata che, si legge in alcune caption “offende le persone a causa delle loro credenze religiose”.

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