Non sono una cinefila, ma, complice un volo intercontinentale, mi è capitato di vedere Grand Budapest Hotel, di Wes Anderson (quello de I Tenenbaum e di Moonrise Kingdom)… e ho scoperto il regista più Instagram-friendly attualmente in attività.
Le sue immagini sono perfette: centrate in modo corretto, con la palette di colori giusta, i soggetti nel punto migliore dell’inquadratura… insomma, fotogrammi che su Instagram riscuoterebbero migliaia di like, se solo fossero quadrati.
Così ho pensato che fosse utile condividere alcune scelte di Anderson che possono essere di ispirazione per gli Instagramers.
Lo storytelling

Ogni inquadratura di Wes Anderson racconta una storia. I personaggi, i loro sguardi, gli oggetti posizionati davanti alla camera: niente è casuale. Ogni frame del video parla da sé e se fosse isolato dagli altri darebbe allo spettatore la possibilità di interpretare la scena, creando un proprio svolgimento personale. Una sequenza infinita di cortometraggi che insieme creano il lungometraggio che era nella testa del regista. Sicuramente un suggerimento da cogliere anche per Instagram: raccontare una storia con la sola forza di uno scatto, di un trittico in sequenza o di 15 secondi di video.
L’uso dei colori
C’è addirittura un blog dedicato alle palette di colori usate da Wes Anderson nei suoi film.

Gli schemi cromatici che Anderson usa nei suoi film sono in genere brillanti, con toni molto saturi che contrastano in modo sapiente con lo sfondo e che conferiscono al film una sensazione un po’ onirica.
Ecco alcuni esempi rintracciati su Instagram che Anderson probabilmente apprezzeerebbe:
L’effetto Anderson, su Instagram (senza passare dunque da altre app), si può ottenere anzitutto componendo l’immagine cercando di individuare un colore dominante, cui affiancare qualche tocco contrastante, dopo di che è possibile ricorrere a certi filtri, come Earlybird, Hefe o 1977 e lavorando con i tool di Contrasto, Saturazione, Calore e Luminosità. Di seguito un esempio della pellicola trattata e di come si possa lavorare l’immagine per ottenere un effetto simile.

@morenaemme
La simmetria
I film di Anderson sono caratterizzati da una composizione fotografica perfettamente simmetrica. Non importa quanti siano gli elementi nell’inquadratura: l’attenzione è sempre portata verso il centro dell’immagine e tutte le sequenze conferiscono un’idea di ordine alla composizione stessa.
Per raggiungere questo obiettivo, potete ricorrere alla griglia in fase di scatto.
Nel video a seguire, con l’aiuto della grafica è spiegato l’effetto che questa attenzione meticolosa conferisce alla fotografia nei film di questo regista.
Wes Anderson // Centered from kogonada on Vimeo.
L’attenzione ai dettagli
Anderson è stato definito “il più meticoloso regista vivente”. Non solo i suoi set sono perfetti, senza nulla fuori posto, ma è talmente puntiglioso, da prestare attenzione anche ai font usati nelle scritte che compaiono in ogni fase del film: dai titoli di testa e di coda, ai font usati per eventuali insegne, documenti, scritte in sovrimpressione che abbia necessità di usare nel suo film, in modo da conferire lo stato d’animo giusto e la sintonia perfetta. Per Grand Budapest Hotel, addirittura, ha fatto ricorso a una graphic designer, Annie Atkins, che ha riprodotto ogni singolo artefatto utilizzato, dalle etichette sull’acqua di colonia di Gustave H alla carta da lettere dell’albergo, usando addirittura una macchina da scrivere autentica degli anni Trenta per tutti i documenti scritti a macchina, appunto.
Allo stesso modo, gli Instagramers che usano filtri o ricorrono a strumenti di editing con lo scopo di rendere la loro foto un po’ “vintage”, dovrebbero preoccuparsi di comporre l’immagine con contenuti appropriati rispetto all’epoca che vorrebbero rappresentare e utilizzare filtri ed eventuale lettering idonei. Guardate queste immagini a confronto:
Entrambe sono state etichettate con hashtag #vintage, ma quale vi sembra più autentica?
Nell’immagine di @Vintage, il filtro, la scelta di uno smalto rosso su un’unghia tondeggiante, il maglioncino rosso con il polsino anni Settanta e la bottiglia della Coca Cola, verosimilmente simile a quella dell’epoca danno proprio l’idea che la foto sia stata realizzata 40 anni fa. Nella seconda immagine, invece, @Fashion_and_4sale non solo non ha usato filtri, ma ci mostra un oggetto, l’orologio, che è senz’altro di altri tempi, ma che non si intona con una mano che ha lo smalto che si usa oggi, con un’unghia diversa dalle altre. Wes Anderson non l’avrebbe mai permesso!
Adesso tocca a voi. Come mettereste in pratica i consigli di Wes Anderson? Taggate le vostre immagini su Instagram #ioewes e mostrateci i vostri esperimenti.