Federico “Lapo” Bonini (@federicolapo su Instagram) ha 22 anni, vive a Milano e studia economia e management alla LIUC di Varese. Sales assistant e personal shopper da Suit Supply, il suo profilo è un piccolo diario del suo stile sempre elegante e ricercato, notato recentemente al Pitti Uomo anche da GQ Japan e New York Times Fashion.
Che genere di foto condividi su Instagram?
Normalmente su Instagram condivido foto della mia vita, un pot-pourri che spazia dalle serate con amici alle giornate in università, ma è per i miei outfit che sono più apprezzato, piccoli scatti per mostrare in dettaglio ai miei follower chi sono e come mi vesto. Posto qualsiasi cosa mi piaccia, dalle scarpe alle giacche, da pantaloni a cappelli e cappotti, dagli accessori di pelletteria alle auto d’epoca alle hall di hotel di lusso.
Che genere di editing applichi?
Di solito uso filtri che rendano la foto più suggestiva, e per quanto riguarda le foto di capi d’abbigliamento cerco il filtro che distorca meno i colori. Ogni tanto uso OrangeCamera, quando la mia vena artistica prende il sopravvento.
Come ti sei avvicinato alla moda?
Ho sempre avuto una passione per l’eleganza. Fin da bambino amavo vestirmi bene, essere sempre impeccabile. Ricordo che ho sempre voluto vestirmi in giacca e cravatta e spesso rubavo le cravatte di mio padre andandoci in giro per casa. Grazie a lui ho avuto il primo approccio al mondo della sartoria maschile, e tuttora è la mia ispirazione.
Qual è il tuo rapporto oggi con la moda?
È molto difficile da descrivere. Osservo le nuove tendenze, ma sono incline a incamerarle facendole mie. Le prendo fossero creta da modellare sulla mia pelle, attraverso i miei gusti personali e qualche consiglio di amici più preparati. Osservo l’evolversi della moda e il progredire del mio stile tenendo sempre un occhio ben saldo sul passato, sull’eleganza del XX secolo, dai dandy britannici ai maestri sarti napoletani (o’ mast), il non plus ultra dell’eleganza maschile.
Puoi dirci qualcosa di più sul tuo stile?
Sono abbastanza perfezionista e quindi molto, molto attento ai dettagli. Il mio stile cerca di rifarsi agli anni Venti e Trenta, con qualche influenza della beat generation e dei giorni nostri. Un miscuglio di epoche diverse che ha come fil rouge l’apparire impeccabile. Porto la giacca cinque giorni su sette, l’abito due su sette. Normalmente porto camicie doppio ritorto, abbastanza sciancrate, con collo francese o extream cutaway (un francese estremizzato), lunghe più o meno a metà seduta e con polsini arrotondati e doppio bottone. Adoro le camicie da broker, con il colletto bianco per intenderci. L’abito è blu, grigio, gessato, principe di galles, pied-de-poule, windowpane, tartan, blackwatch, tutto basta che non sia nero. L’unico abito nero che ho è lo smoking, ma non mi ci vedo ad andarci in giro tutti i giorni. Il cappotto che preferisco è il doppiopetto (anche in questo caso) con revers a lancia molto ampi (strano a dirsi), con tasche applicate, martingala sul retro e spacco con i bottoni. La mia versione è rossa in cachemere, ma ce ne sono di tutti i tipi! Scarpe. Sneakers per tutti i giorni, Church’s per lavorare e Tricker’s per passeggiare.
Ci consigli qualche utente fashion da seguire?
Sicuramente vorrei consigliare @aldocraca, collega e amico, da una vita nel mondo della sartoria maschile. @danielre e @themaninfrac, da cui traggo molte dritte. @santobarilla, creatore di #vsbespoke e @tprofazio, amico e coetaneo col quale spesso scambio pareri di sartoria. @fabioattanasio di The Bespoke Dudes e @alessandromartorana, sarto dal quale traggo moltissima ispirazione.