Servizio a cura di Valerio Formigaro (@valeriofor)
“I muri ci parlano delle nostre radici, opere d’arte che raccontano di un popolo antico e orgoglioso. Patrimonio da proteggere e di cui essere fieri”.
@sabry_chan89
Con queste bellissime parole Sabrina, @sabry_chan89, commenta il lancio del challenge #muralesdisardegna attraverso il quale @igers_sardegna ha voluto dare visibilità all’arte del murale, presente in tutto il mondo, e che sull’isola si è diffusa sin dalla metà del secolo scorso.
Risultato del challenge: una interessante galleria che con quasi duecento immagini ci accompagna fin nei paesi più piccoli, mostrando vere e proprie opere d’arte, che raccontano e tramandano affascinanti aspetti di una cultura antica.
Famosi tra i murales di denuncia quelli di Orgosolo, paese della Barbagia che ne conta oltre 150, attraverso i quali gli autori hanno usato la tela più grande ed economica che si possa reperire, il muro, per comunicare con immagini e frasi decise i loro pensieri riguardo diverse tematiche a sfondo politico e sociale, rendendoli sfacciatamente visibili a chi vuole vedere ma anche, soprattutto, a chi non vuole.
Ci sono poi i murales che raccontano le usanze tipiche di un paese. Particolarmente simpatico quello che ritrae la nonnina che a Oliena (NU) imbraccia il fucile sul suo balcone e spara a salve, come tradizione impone. Il gesto fa parte del rito pasquale de S’incontru, l’incontro, nel quale le statue di Cristo Risorto e della Madonna vengono portate in processione, quasi a rincorrersi, tra le vie del paese per poi finalmente incontrarsi. Dopo quel momento centinaia di fucili sparano a salve in segno di festa.
Diventati ormai urban art riconosciuta e apprezzata, molti comuni commissionano la realizzazione di murales ad artisti locali per abbellire e rendere uniche le facciate dei loro centri abitati.
Famosi sono i lavori della giovane e talentuosa muralista sarda Pina Monne, che ha già realizzato oltre 400 opere di altissima qualità. Minuscoli paesini come Tinnura e Flussio in provincia di Oristano, lontani dagli itinerari turistici, sono diventati musei a cielo aperto grazie anche ai lavori dell’artista che ha superbamente dato vita ai muri, immortalando scene di vita quotidiana e attività folkloristiche.
Anche Borore (NU) è tra i comuni che hanno commissionato diversi murales nell’ambito di un progetto di riqualificazione del centro abitato.
Altro artista che ha dato un importante contributo all’arte del murale è Angelo Pilloni, nato a San Sperate nel cagliaritano e che dal suo paese, ricco di facciate dipinte, ha iniziato la sua brillante carriera.
Da nord a sud, l’isola racconta se stessa attraverso l’estro dei suoi artisti e un “murales tour” troverebbe pochi paesi sprovvisti della loro galleria a cielo aperto.
I bellissimi e più conosciuti dipinti che abbelliscono Fonni (NU) e quelli meno noti e altrettanto belli che impreziosiscono le piazzette e le strade di tutta la Sardegna, lasciano un ricordo indelebile a chi visita l’isola decidendo di intraprendere un viaggio che va oltre le bellezze naturalistiche e dirige lo sguardo verso le radici e le tradizioni di un popolo antico come la sua terra.
Come per altri challenge, anche quello a tema #muralesdisardegna ha avuto tanti partecipanti ma un solo vincitore. La scelta, questa volta veramente ardua, è ricaduta su una bellissima foto postata da @manu1380. È il murale che rende unica la facciata della bottega artigiana del giovane artista Franco Maritato ad Ottana (NU) che, lasciato il lavoro di operaio, ora realizza con rara maestria le meravigliose maschere in legno, le “Caratzas”, indossate durante il carnevale.