Museo Nazionale: luci e ombre tra scultura, pittura e fotografia

Un nuovo viaggio tra le opere custodite nei musei italiani con Instagramers Italia e RadioTre Rai. Il nostro Museo Nazionale parte questa settimana con due dettagli scultorei.

@dvdbls ci mostra un particolare del “Annunciazione” di Antonello Gagini, gruppo scultoreo del 1525 proveniente dalla Chiesa del Carmine di Erice oggi custodita nell’appena inaugurato Polo Museale A. Cordici ad Erice (TP). Si tratta di una fra le più importanti testimonianze artistiche del rinascimento in Sicilia, tipica di quest’epoca è la ricerca di ordine e compostezza e un rigoroso rispetto delle proporzioni.

Un altro particolare tratto dalla scultura che raffigura Santa Maria di Costantinopoli e due committenti della famiglia Longo, meglio nota come la “Madonna del cardellino” di Stefano Pugliese da Putignano (not. 1491-1538). Il dettaglio fotografato è uno dei due angeli che incoronano la Vergine. Siamo nella chiesa matrice di S. Nicola a Cisternino (BR). Il monumento si può vedere anche per intero nella gallery di @gianpaolomuolo, è certo uno dei più impegnativi eseguiti dallo scultore, interamente in pietra locale, originariamente policromata.

 

 

 

Passiamo alla pittura con una fotografia di @fabrizio_guccione. Nel “Ritrovamento del corpo di san Marco”, olio su tela dipinto da Tintoretto tra il 1562 e il 1566, è rappresentata la scena in cui San Marco appare miracolosamente ad alcuni Veneziani rivelando il luogo dove si trova il suo corpo e ponendo fine allo scempio della profanazione delle tombe. Il gesto del Santo oltre ad arrestare i tre uomini intenti con il sarcofago, libera un indemoniato avvinghiato a una figura femminile che si piega sorpresa. La luce in Tintoretto assume un ruolo fondamentale diventando strumento espressivo che crea dinamicità. L’opera si trova alla Pinacoteca di Brera (Milano).

 

Concludiamo con uno scatto rubato da @ch_ecco all’esposizione di opere fotografiche di Vivian Maier, per la prima volta a Nuoro. La fotografa, sconosciuta fino a poco tempo fa perché la fotografia era per lei una passione del tempo libero, ha ritratto nel corso della sua vita momenti di lavoro, indigenti e nobildonne che raccontano l’America degli anni ’50. Ha immortalato la vita quotidiana in città come New York, Chicago e Los Angeles. La maggior parte delle sue foto sono “street photos” ante litteram e può essere considerata una antesignana di questo genere fotografico. Oltretutto, Vivian è quella che può definirsi la pioniera del selfie, l’autoritratto eseguito senza mai guardare l’obiettivo ma con l’ausilio di specchi e vetrine. La prima instagramer della storia 😉

 

 

Anche questa settimana le fotografie saranno ospitate sul sito museoradio3.rai.it e verranno ricondivise dal profilo Instagram di RadioTre Rai.

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