#MuseoNazionale: i musei nel contempo scrigni e opere d’arte

Servizio a cura di Silvia Lanfranchi (@silvialanfry)
La selezione di questa settimana parla di musei dal punto di vista del contenitore più che del contenuto: l’architettura che ospita le opere è spesso essa stessa fonte di ispirazione artistica e fotografica. Fotografare l’architettura in modo non banale non è sempre facile, ma spesso basta cambiare l’altezza del punto di vista, proprio come hanno fatto i 4 selezionati questa settimana per il progetto “Museo Nazionale”.

@gaguarin
@gaguarin

Iniziamo dalla città eterna e una delle sue basiliche con la foto di @gaguarin: “Santa Sabina è una basilica della mia infanzia. È antichissima ma è anche stata oggetto di tante aggiunte, ricostruzioni. È stata “contaminata” nel tempo, si può dire. È particolare: non ha facciata, si entra lateralmente. Le navate offrono alla vista profondità e prospettive imponenti. I colori così naturali che sembrano pastello cambiano nel corso delle ore, e le decorazioni arricchiscono le sfumature. Il sacrestano ripreso nello scatto dà l’idea di quanta cura si può mettere nelle cose.”

@lapeanuts
@lapeanuts

Ci spostiamo a Torino, con questo scatto di @lapeanuts che: “… ritrae il piano superiore del Palazzo del Rettorato: è una costruzione molto bella in cui vado spesso a fare una passeggiata perché coniuga benissimo l’idea di “classico” ( è del 1713) con il “moderno” degli studenti affaccendati che ci transitano. Peraltro nel piano inferiore, che è un cortile aperto, spesso ci sono esposizioni e quindi il contrasto .è sempre forte. Ho scelto di fotografare questo scorcio perché amo il giallino, la luce ma sopratutto le statue che rappresentano “i dotti”; il blocco centrale, che è il protagonista della foto, rappresenta “la fama che incatena il tempo”. Ero sola, da un anno capito spesso a Torino e passo le giornate a girovagare senza meta: ho scoperto questo edificio per assoluto caso, dato che entro in ogni androne aperto.“

@putrinofabrizio
@putrinofabrizio

A Firenze invece guardiamo dall’alto verso il basso: chi soffre di vertigini si astenga, perché @putrinofabrizio è salito: “… all’interno del campanile di Giotto di Santa Maria del Fiore. La prospettiva mi è piaciuta molto perché in quel momento mi sentivo come se fossi un burattinaio controllando chi stava sotto. L’interno del campanile è spoglio e ancora grezzo. Ciò contrasta la bellezza delle bicromie marmoree e i giochi di colore della facciata esterna. Le sue fondamenta furono scavate attorno al 1298 all’inizio del cantiere della nuova cattedrale, quando il capomastro era Arnolfo di Cambio. Nel 1334 Giotto di Bondone subentrò nell’incarico di capomastro al Vasari, fornendo un progetto originale del campanile, con una terminazione a cuspide piramidale alta 50 braccia fiorentine (circa 30 metri), secondo cui l’elevazione totale sarebbe dovuta essere di 110-115 metri circa.”

@dandynamico
@dandynamico

E finiamo in Sicilia con questo scatto dal basso verso l’alto di @dandynamico: “ … un quasi archeologo innamorato della mia Sicilia e un po’ meno dei siciliani, specie di quelli che non apprezzano e rispettano il valore delle cose  che hanno attorno. Quella nella foto è la Basilica Collegiata di San Sebastiano ad Acireale che ha una fastosa facciata barocca della seconda metà del secolo XVII. L’interno a croce latina è suddiviso in tre navate ed è decorato da affreschi di Pietro Paolo Vasta (realizzati tra il 1732 e il 1736): nel presbiterio si possono ammirare le storie di San Sebastiano (patrono della città di Acireale). Ho deciso di fotografare questo scorcio perché a mio avviso rende maggiormente l’idea del fastigio barocco; questo venir fuori dei volumi architettonici che quasi quasi sfidano il cielo.”

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