#MuseoNazionale: un collage che parla di donne

un collage che parla di donne
un collage che parla di donne

Continua ad arricchirsi di straordinari capolavori la galleria virtuale del #MuseoNazionale che nasce, lo ricordiamo, grazie al progetto lanciato da RadiotreRai in collaborazione con Instagramers Italia.

È tutta al femminile la selezione che vi presentiamo questa settimana, quattro donne, meravigliosamente rappresentate da quattro grandi Maestri della Storia dell’Arte italiana.

Non è lasciata al caso la scelta di queste opere che insieme sintetizzano la Donna, per natura l’essere più misterioso e complesso. L’estasi della splendida Maddalena penitente, la follia della pazza del futurista Giacomo Balla, la vanità della signorina seduta di Lucio Fontana e la forza di Proserpina, dea della fertilità, diventano, dunque, in questa occasione, l’emblema della femminilità per antonomasia.

La prima opera che vi mostriamo nel collage è un primissimo piano della Maddalena penitente immortalata da @vegliana. La pittura seicentesca eseguita dall’emiliano Guido Cagnacci, oggi è conservata nelle sale della Galleria Nazionale d’Arte Antica di Palazzo Barberini a Roma. Attraverso la sensualità del corpo semi nudo della donna, l’espressione di massimo piacere e lo stato di completo abbandono che ne deriva, l’artista ripropone con grande eleganza e raffinatezza l’estasi, uno dei temi iconografici più comuni dell’arte del Seicento.

 

Restiamo a Roma e andiamo a visitare lo GNAM (Galleria Nazionale di Arte Moderna) con @trcucconi che ci regala lo scatto de La pazza, olio su tela realizzato nel 1905 da Giacomo Balla, precursore del Futurismo, corrente che fa della luce e del movimento il proprio credo.

L’opera in questione, in realtà, appartiene alla fase pre-futurista durante la quale Balla è ancora legato al verismo. In questa opera, infatti, l’artista affronta in modo delicato il tema sociale della pazzia rappresentandolo attraverso il ritratto di Matilde Garbini, sua vicina di casa. Il volto, il corpo e la gestualità della donna ricordano, dunque, la drammatica condizione in cui versa la giovane donna.

Nella terza foto riconosciamo Il ratto di Proserpina, una delle più importante opere del grande maestro Gian Lorenzo Bernini realizzata in marmo di Carrara nel secondo decennnio del ‘600 e custodita nelle preziose sale di Galleria Borghese.

Il grande gruppo scultoreo ci restituisce, in un’unica opera, il mito di Proserpina: Plutone, potente dio e re degli Inferi rapisce Proserpina, figlia di Cerere. Grazie all’intercessione di Giove, la madre ottiene il permesso di far tornare per metà dell’anno Proserpina sulla terra, per poi passare l’altra metà nel regno di Plutone. È così che ogni anno in primavera la terra si copre di fiori per accogliere il ritorno della fanciulla.

Il suggestivo scorcio di @paolosottili ci fa rivivere il momento drammatico del distacco di Proserpina dalla terra. Mentre Plutone l’affera con forza, il suo splendido volto si incupisce e il dolore si apre in un pianto nostalgico che le bagna il volto.

Dalla capitale ci spostiamo a Milano e con @laurascicolone entriamo nel Museo del Novecento per scoprire la Signorina seduta (donna allo specchio), scultura in bronzo colorato del 1934 realizzata da Lucio Fontana, artista noto più per le sue tele monocrome distinte dai tagli precisi fatti con lame di rasoio, coltelli e seghe. La delicata scultura in oggetto ci concede il corpo giovane e aggraziato di una donna che esprime tutta la sua vanità nel guardare la propria immagine riflessa nello specchietto che ha tra le mani.

Dunque un collage che parla di donne, un piccolo omaggio all’icona femminile che questa settimana potrete ritrovare anche sul sito museoradio3.rai.it

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