Servizio a cura di Andrea Lasagna (@igerscycling)
Simbolo dell’orgoglio fiammingo, il Giro delle Fiandre o “Ronde”, è l’evento ciclistico che dal 1913 catalizza la passione di persone di ogni età provenienti da tutto il mondo per godersi questa classica monumento e soprattutto l’atmosfera unica e vibrante che si respira ovunque. Atleti come Fiorenzo Magni, il “Leone delle Fiandre”, Eddie Merckx, Tom Boonen, Fabien Cancellara sono diventati veri e propri eroi facendo sognare milioni di appassionati.
Il ciclismo nelle Fiandre non è solo la corsa in linea dei professionisti e la magica atmosfera che la avvolge ma anche la gara amatoriale che si corre il giorno precedente e che raduna ogni anno oltre 16.000 appassionati di ogni età provenienti da ogni parte del mondo pronti ad “attaccare” in una sfida personale il temibile pavé.
Il pavé non si presenta su pianeggianti terreni, ma su quelle corte e ripide salite chiamate “muri”, che spezzano le gambe. Il Koppenberg , il Pattenberg, il Kwaremont, nomi che fanno paura solo a pronunciarli e che ogni cicloamatore ha visto per anni in televisione, diventano realtà e pensare di affrontarli ti fa sentire un po’ un eroe.
Ovviamente una cosa è sognare di affrontarli comodamente seduto sul divano un l’altra è affrontarli realmente, anche quest’anno ho questo onore.
La base di partenza della nostra avventura è Oudenaarde, una piccola ma pittoresca cittadina situata nella zona meridionale della provincia delle Fiandre Orientali ricca di monumenti e rinomata per gli arazzi, la birra e i muri (che si concentrano tutti nel raggio di una ventina di km). Il giorno prima è dedicato alla messa a punto delle bici, al ritiro del pacco gara, del pettorale e del chip attraverso il quale l’impeccabile organizzazione è in grado di fornire ad ogni partecipante un video del proprio passaggio sui muri più importanti.
La tensione e l’adrenalina sale, non è la mia prima volta al Fiandre ma ogni volta è talmente grande l’emozione che mi sembra di vivere ogni attimo per la prima volta.
Quest’anno però con me pedalava anche Leonardo, mio fido compagno di In Sella | Cycle Hub (www.insella.bike) e blogger di Life in Travel (www.lifeintravel.it ) uno tra i più importanti blog italiani di cicloturismo.
Una volta assolti gli aspetti operativi, per stemperare la tensione ci godiamo una ottima cena con la tipica carbonade alla fiamminga, un robusto secondo piatto a base di carne di manzo innaffiata da ottima birra. Forse non proprio il pasto che consiglia il nutrizionista di Cancellara prima di una Classica ma posso assicurare di grandissima soddisfazione.
Alla mattina 16.000 eroici ciclisti formano un fiume di passione pronto ad affrontare i 15 muri e una ventina di km di perfido e ruvido pavé in un clima non proprio tipico del ferragosto romagnolo: pioggia di stravento e aria gelida che non si stacca dalle ossa ma che hanno reso ancora più epico e fiammingo questo Fiandre. Il vero clima in fondo è quello della festa che rende unica questa esperienza.
Il Pavé fiammingo mette alla prova la resistenza fisica: le vibrazioni su quelle pietre ti annebbiano la vista, ti infrangono la spina dorsale e ti prosciugano le forze. Ma questi sono dettagli che in fondo fanno parte del godimento del ciclista e che passano in secondo piano rispetto alla magia e ai profumi di questa terra e alla stupore e all’entusiasmo della gente che ci accoglie numerosa dopo ogni pedalata. Raccogliamo l’applauso sincero di centinaia di persone accorse su quei muri pur sapendo che non si trattava del passaggio dei professionisti o dei campioni preferiti.
Tagliamo il traguardo accompagnati dal sole, abbiamo domato le pietre e raccogliamo il profumo della nostra personalissima gloria, e questo è il vero premio che non dimenticheremo.
La giornata si chiude in compagnia di amici del gruppo “Pedale Lecchese”, che riescono con la loro simpatia a farci dimenticare la fatica e lasciare spazio ai festeggiamenti, alla condivisione delle esperienze, ai racconti del passato, alle storie mitiche di ciclismo e di avventure trascorse.
La mattina seguente Oudenaarde ci accoglie nell’abbraccio del Grote Markt e un sole caldo e un cielo terso ci fanno da cornice. E’ il giorno dei professionisti, sta per iniziare uno degli eventi ciclistici più importanti a livello mondiale e la gente è in fermento, frenetica alla ricerca di uno spazio lungo i muri per godere della gara. Noi non siamo da meno, vogliamo vivere ogni momento di questo spettacolo. Inforchiamo le nostre bici e nonostante le gambe legnose ci godiamo una dolce pedalata lungo l’ordinata e organizzata rete ciclabile che ci porta attraverso pianure smeraldo sull’Oude Kwaremont dove già dalla mattina presto la gente gremisce gli stand per l’immancabile e vincente binomio “birra-panino con la salsiccia”. Ci adeguiamo, rispettosi delle tradizioni locali, e in un attimo ci troviamo piacevolmente coinvolti in un giro di birrette con un gruppo di belgi parlando di Bruges, Italia, pizza e pavé …forse abbiamo esagerato con le birrette!. L’atmosfera è incredibile e va al di là della passione per il ciclismo, è un vera e propria festa a cielo aperto rivolta a tutti in cui il divertimento è l’unico comune denominatore.
Il passaggio dei corridori è accolto con un fragoroso boato, i traguardi epici vanno conquistati di forza, il mal di gambe prima di sera finirà, ma la gloria di un Giro delle Fiandre rimarrà per sempre.
Alla fine, per la cronaca, vince la corsa il norvegese Kristoff, ma la vera vittoria è rappresentata dalla passione della gente, dal pavé testimone di sacrificio e storia, dalla fatica e tenacia dei ciclisti e dalla magia delle Fiandre che rendono indimenticabile questa esperienza.
Arrivederci Fiandre, alla prossima sfida.