Il social recruiting: l’esempio virtuoso del Comincenter di Matera

Quanto contano oggi social recruiting, una buona strategia digitale per la ricerca del lavoro e quanto può influire il web anche sulla proposta? Ne parliamo con Antonio Candela, C.E.O Founder e Direttore del Comincenter, uno spazio della community in cui tutti possono formarsi, incontrarsi e fare rete a Matera, in Basilicata.

Buongiorno Antonio. Partiamo dal principio: che cos’è il Comincenter e come e quando nasce questa idea innovativa?

Comincenter è un progetto ideato e fondato dalla Universosud società cooperativa nel 2014, in collaborazione con l’Università della Basilicata e in partnership con Fondazione Matera-Basilicata 2019.
A seguito di una evidenza pubblica, dalla primavera del 2016, il progetto rientra tra le attività coordinate dal consorzio “ConUnibas” dell’Università degli studi della Basilicata.
Il progetto nasce come “incubatore” di persone, di idee, e azioni volte a realizzare un nuovo modello sulle Politiche attive del lavoro, connettendo il mondo dei giovani (in particolare universitari) con il mondo del lavoro.

In base all’esperienza, che risposta avete riscontrato nel corso del tempo con la vostra attività sul territorio?

Quello che i giovani oggi chiedono sono luoghi reali, occasioni di incontro e necessità di confronto con chi ha qualcosa di interessante da dire ed esperienze personali e professionali da condividere. Per questo il Comincenter non è un co-working ma molto di più. La nostra Academy e i nostri incontri gratuiti sono seguiti ed apprezzati da studenti e non solo.
In 4 anni di Comincenter abbiamo organizzato oltre 60 appuntamenti formativi e decine di altri eventi, andando incontro alle esigenze di chi ci segue. I nostri workshop guardano al digitale, alle nuove professioni e all’auto-imprenditorialità e sono pensati con un approccio alla formazione che sia interattivo e non-formale e che si basi sul Learning by doing. I nostri docenti sono sempre imprenditori e professionisti in grado di insegnare quello che ogni giorno apprendono sul campo e dal confronto con altri professionisti e aziende e questo è quello che i partecipanti ai nostri workshop apprezzano di più. Molta pratica, poca teoria.

Se volessimo tracciare una panoramica generale del fenomeno, ad oggi quanto e come è utilizzato il web (e i social) sia nella strategia di promozione di un’offerta di lavoro che nella ricerca di personale, da parte delle aziende?

Domanda importante! Ormai quello che viene definito social recruiting è la prassi ma dalle nostre parti non è esattamente così. Cercare candidati attraverso il web e i social è cosa nota, grandi aziende nazionali ed europee ormai fanno del social recruiting una parte fondamentale della loro attività di ricerca e selezione del personale. Il Comincenter da quest’anno ha rinnovato ed evoluto, migliorandone la strutturazione, questo servizio per le aziende locali che sono alla ricerca di personale e i risultati ci danno ragione. Inserire un annuncio di lavoro sui social è ormai fondamentale e spesso i candidati arrivano proprio dai nostri account Facebook e Instagram.

Riscontri che ci siano dei settori specifici che utilizzino particolarmente il web in questo senso, più di altri?

Sicuramente le aziende che si occupano di digitale hanno una marcia in più su questo, se pensiamo a Google o Facebook ma anche altri player internazionali usano il web per attrarre risorse umane. In particolar modo se le offerte di lavoro sono orientate a candidati internazionali il web diventa fondamentale. Non solo, cercare candidati sul web vuol dire scrivere e comunicare con le regole del web e questo comporta una profonda trasformazione degli annunci di lavoro per far sì che siano attraenti per i migliori professionisti sulla piazza.

E nella ricerca di lavoro? E’ cambiato qualcosa in tal senso?

Buona regola è: cerca le persone dove sai che puoi trovarle. E oggi, dove se non sul web?
Grazie ai social riusciamo a sapere chi si occupa di cosa e dove e con chi, quali sono le relazioni del candidato e se è ben inserito in un determinato contesto professionale, tutte informazioni utili e necessarie ad un selezionatore. in più la nostra presenza all’interno dell’Università degli studi della Basilicata, ci permette di avere una relazione diretta con chi cerca lavoro e grazie alle azioni messe in campo in qualche modo li aiutiamo ad essere e sviluppare meglio la loro presenza sulla rete e sui social e sul come essere “visibili” alle potenziali azienda che cercano proprio lì i loro calloboratori del “futuro”.

Ad oggi, ritieni che gli account social di un candidato siano importanti per presentarsi?

Queste piattaforme influiscono o vengono utilizzate da parte di candidati ed aziende anche in occasione di un eventuale colloquio di lavoro?
Assolutamente sì, sono fondamentali. I selezionatori li guardano, li studiano e gli stessi candidati li utilizzano e li inseriscono nei propri cv per presentarsi, per dare un’idea più completa di chi sono. Chi partecipa ai nostri workshop di Personal Branding e Career Tools riceve una formazione specifica sull’utilizzo dei social network non solo per candidarsi ma sopratutto per presentarsi ad aziende e potenziali partner commerciali.

Oltre a Facebook (più utilizzato) e Linkedin (specifico), che peso può avere Instagram sul mercato del lavoro?

Fondamentale, i dati ci dicono di un costante incremento nell’utilizzo di Instagram sia da parte delle persone che delle aziende e per questo ci sono tutte le possibilità che, così come per Facebook, che ha inserito una sezione specifica per le offerte di lavoro, questo accada anche su Instagram. Particolarmente per alcuni settori e professioni è possibile che Instagram diventi un vero e proprio portfolio in costante aggiornamento e sempre consultabile.

A livello regionale, che peso ha l’innovazione tecnologia e digitale in Basilicata? E nel resto d’Italia?

L’innovazione tecnologica è il presente, sbaglia chi pensa che si tratti del futuro. Le aziende che sono sul mercato da decenni si adeguano a nuovi modelli imprenditoriali derivanti dall’uso di tecnologie e le nuove aziende fondano i loro prodotti e servizi sull’uso della tecnologia e del web. In una parola: dobbiamo puntare sulla nostra capacità di essere resilienti. Se guardiamo alla resilienza come strada possibile, ci rendiamo conto che gli italiani, tutti, si distinguono nel mondo per creatività, talento, eccellenza, capacità di emergere in ogni settore. Siamo un popolo dal DNA resiliente, quindi abbiamo tute le carte in regola per ripartire, investendo sui nostri giovani, sui talenti e le eccellenze individuali e collettive.

Come pensi che si evolverà il mercato del lavoro, sulla base di queste considerazioni?

Il mercato del lavoro è in continua evoluzione, è già evoluto. Se pensiamo al dinamismo nel mondo del lavoro ci rendiamo conto di quanto sia già cambiato. Oggi è necessario tenersi continuamente attivi nella ricerca di opportunità, nella formazione continua e nel crearsi continue relazioni positive che siano in grado di generare nuovi progetti, nuove occasioni professionali e una crescita comune.
Dobbiamo migliorare la nostra percezione di come il mercato del lavoro e le opportunità hanno avuto, negli ultimi 10 anni, una virata nella direzione del cambiamento di sistema. Dobbiamo capire che ormai non basta la formazione secondaria e/o universitaria (partendo dal presupposto che ormai è diventato fondamentale acquisire un metodo che solo il percorso universitario è in grado di dare), ma continuare nell’ottica che saremo sempre più obbligati alla formazione continua intesa come la capacità di formarsi sempre e meglio, dando valore non al titolo di studio (anche quello è importante) ma all’acquisizione di competenze che unite alla capacità di essere finalmente produttivi rendano esponenziale la nostra propensione non solo al cambiamento ma alla capacità di essere sempre “sul pezzo” e appetibili in un mercato del lavoro sempre più dinamico e alla continua ricerca di competenze, sopratutto trasversali.

Se volessimo tracciare un’ipotesi, pensi che con il tempo Instagram potrà servire o aiutare nella promozione e ricerca di lavoro, oltre a rendersi sbocco creativo per costruire una propria attività lavorativa?

Assolutamente sì. L’esempio più banale e più conosciuto è Chiara Ferragni: blogger di moda oggi imprenditrice digitale, ha fatto di Instagram il suo ufficio virtuale, la sua vetrina, il suo ufficio stampa ed è così che molti altri stanno già facendo e le aziende guardano, osservano e spesso imitano una creatività contagiosa che arriva dal singolo e si trasforma in fenomeno.

 

Grazie Antonio. Buon lavoro e vedremo che cosa succederà in futuro!

Per approfondire: https://tech.fanpage.it/storie-su-instagram-al-posto-del-curriculum-la-proposta-alternativa-della-20enne-francese/

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