Storia della fotografia: la moda [Parte I]

@lili76photo

La fashion week milanese è alle porte e quale migliore occasione potrei trovare per parlare un po’ della storia della fotografia di moda?

Facciamo un viaggio indietro nel tempo di oltre un secolo: erano gli inizi del 900, con la nascita di riviste importanti come Vogue e Harper’s Bazaar i fotografi di spicco dell’epoca venivano sempre più spesso ingaggiati per realizzare servizi a signore benestanti con l’obiettivo di trasmettere all’osservatore un messaggio di agio e lusso. Da sempre la fotografia di moda si ispira alla cultura del periodo in cui essa si sviluppa, influenzandola al punto da generare icone, veri e propri modelli da seguire. Grandi fotografi hanno segnato le epoche che per motivi di tempo cercherò di riassumere in decadi.

Gli Anni 20 sono stati gli anni in cui artisti come Adolph de Meyer (primo fotografo assunto a contratto da Vogue) concentravano il loro lavoro cercando di ritrarre donne in atteggiamenti distaccati da diva, quasi eterei, volendo sottolineare così il loro ruolo di figura irraggiungibile. Lo sviluppo della fotografia di moda crebbe proprio grazie a questa immagine di lusso, al sogno di una vita ricca e agiata che i lettori spesso facevano grazie a immagini patinate, perfette. Un sapiente progetto di marketing che le riviste dell’epoca seppero sfruttare generando così uno dei fenomeni che ancora oggi resiste al corso del tempo. Doveroso è ricordare l’editore degli editori ovvero la persona che ogni fashion addict non può non conoscere: il grande imprenditore Condé Nast. Nel 1909 acquistò la rivista Vogue e, dopo aver investito grosse cifre nello sviluppo di nuove tecniche di stampa, nel 1913 lanciò la rivista Vanity Fair. E la storia della fotografia della moda inizia da qui e non basterebbero pagine e pagine per raccontare quello che ha realizzato in tutta la sua intensa e brillante carriera. Alcuni fotografi da ricordare: Man Ray, Edward Steichen, James Abbott.

Eccoci di nuovo sulla nostra macchina del tempo che ci catapulta negli Anni 30. Il grande sviluppo delle immagini legate alla moda crea un vero e proprio mercato di modelle e fotografi specializzati. In questi anni essere vestiti bene è il must. Le tendenze sono dettate da due grandi città: la romantica Parigi e la giovane Los AngelesLe foto dell’epoca ritraggono sempre donne molto eleganti, impassibili. Avviene però un piccolo cambiamento: mentre negli Anni 20 gli apparecchi fotografici spesso ingombranti portavano a realizzare immagini in luoghi come abitazioni o studi professionali, nella decade successiva, con l’avvento di macchine fotografiche più “comode” (di questo parleremo in un’altra occasione, ndr.) la posa si sposta in ambienti esterni. Alcuni fotografi da ricordare: Cecil Beaton, Erwin Blumenfeld, André Horst.

Anni 40, anni della Seconda Guerra Mondiale: da questo terribile evento si inizia a capire quanto la moda sia profondamente legata alla società. Gli Anni 40 sono anni bui per il mercato del fashion; a causa del conflitto l’Europa perde Parigi come punto di riferimento, New York invece diventa sempre più importante. La fotografia di moda di questo periodo, assecondando il momento storico, viene utilizzata per fare propaganda pro USA e anche se permane l’opulenza, l’ostentazione della ricchezza, le immagini sono spesso realizzate cercando di trasmettere alle persone un messaggio di speranza, nel tentativo di dare all’osservatore qualcosa in cui credere. In questi anni si utilizzano set dove compaiono simboli del progresso e fiducia nel futuro come aerei e automobili. Alcuni fotografi da ricordare: John Rawlings, David Bailey, Irving Penn.

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Gli Anni 50 sono stati gli anni della ricostruzione post bellica. La donna piano piano sguscia via dai canoni in cui fino ad allora era stata racchiusa, inizia a comportarsi da “uomo”, esce di casa da sola, beve, fuma. Le location si alternano tra esterno e interno. In questa decade fioriscono le carriere di fotografi che diventeranno vere e proprie icone. PennRawlings, Blumenfeld, nomi che abbiamo già incontrato, artisti che in questi anni raggiungono l’apice del successo. A fianco a loro compare sulla scena della fotografia di moda un grande fotografo che rimarrà protagonista indiscusso degli anni a venire: William Klein. Quest’ultimo, grazie alle sue immagini di rottura, sbaraglierà ogni schema creando un vero e proprio spartiacque tra la fotografia del passato, dove la donna era spesso ritratta come figura fragile, debole, e il futuro che oggi conosciamo.

I favolosi Anni 60 sono universalmente riconosciuti come gli anni d’oro della moda. Arriva la rivoluzione sessuale, la minigonna, Woodstock e i figli dei fiori. Il nudo si affaccia sulla scena grazie alle immagini di un fotografo che presto diventerà un guru: Helmut Newton. Egli ribalta il ruolo della donna, le fa prendere la rivincita sull’uomo che da sempre l’ha sottomessa. Le foto ambientate in esterni o in interni venivano scattate in 6×6 (formato quadrato).
Fotografi da ricordare: Victor Skrebneski, Bob Richardson (padre di Terry), Bert Stern famoso per aver ritratto Marilyn Monroe, Richard Avedon.

Gli Anni 70 sono anni di profondi cambiamenti. Sulla scia delle innovazioni degli Anni 60 il ruolo della donna continua a predominare su quello dell’uomo. Arriva il colore e ritorna prevalente la fotografia realizzata in studio, geometrica, pulita, con illuminazione soffusa, morbida. Alcuni fotografi da ricordare: Sarah Moon, Arthur Elgort.

Per gli Anni 80 le parole chiave sono: colore, lusso, uomo oggetto. La fotografia di moda torna definitivamente in sala di posa: sono anni di studio del nudo, dell’illuminazione a farfalla, dell’attenzione maniacale al dettaglio, dell’eleganza che si rifà molto al surrealismo degli Anni 20. Una costante degli anni 80 sono i gioielli, simbolo di opulenza, e la sottomissione dell’uomo trattato spesso come oggetto. Spicca in questo periodo l’italiano Oliviero Toscani. Che si ami o che si odi, è indiscutibilmente da sempre uno dei più grandi fotografi di moda e attualità del nostro tempo. Altro fotografo da menzionare Giovanni Gastel.

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Gli Anni 90/2000 sono caratterizzati da una nuova rivoluzione che tutt’oggi è ancora in atto. L’avvento della tecnologia digitale ha avvicinato al mondo della fotografia di moda un numero sempre più crescente di aspiranti reporter con la conseguente dispersione di veri e propri punti di riferimento. Grazie a nuovi software di post produzione si ha una continua ricerca di nuove sperimentazioni. Le modelle in questo periodo appaiono sempre più secche ed emaciate. Scalpore ha fatto il reportage realizzato da Terry Richardson durante il backstage di alcuni suoi servizi fotografici… sesso e droga gli ingredienti del mix che ha dato poi vita a un’altrettanto criticata mostra chiamata “Toomuch.

Eccoci arrivati al capolinea del nostro viaggio nel tempo, in cui per ragioni di spazio non è stato possibile approfondire l’opera di grandi artisti come Steven Meisel, Gian Paolo Barbieri, Herb Ritts, Annie Leibovitz… 

Ma veniamo a Instagram, con cui si apre un nuovo capitolo di questa affascinante storia.

Sono molti i fotografi e le testate giornalistiche di moda che oggi utilizzano abitualmente questo potente mezzo di comunicazione e vorrei citare (senza fare torto a nessuno) @nytimesfashion, @mertalas, @inezvinoodh, @mariotestino, @ellenvonunwerth @showstudio_nick_knight e ovviamente @giovanni_gastel già nominato in precedenza.

Cosa potrebbe consigliare un fashion photographer moderno agli aspiranti fashion reporter? Lo abbiamo chiesto la scorsa settimana a @VittorioZuninoCelotto, che ci ha raccontato la fotografia professionale tra Getty Images e iPhoneography: un sapiente connubio tra arte e conoscenza dei nuovi mezzi di comunicazione, che ricorda come Alexander Liberman (storico direttore di Vouge) descriveva la fotografia di moda:

“Un’operazione sottile e complessa che richiede arte, talento, tecnica, psicologia, e capacità di vendita”.

 

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