TBDI 2014. Un format “One to One” per spiegare Instagram

Quest’anno a TBDI (Travel Blogger Destination Italy), l’evento che si è svolto a Rimini durante la fiera TTG Incontri, tra i più importanti eventi business del settore turismo in Italia, Instagramers Italia ha proposto una nuova formula per incontrare coloro che avessero la necessità o anche solo la curiosità di saperne di più su Instagram, e soprattutto avere qualche suggerimento su come utilizzarlo al meglio nei settori fashion, food, travel e cultura.

Il nuovo format prevedeva incontri “One to One” (ossia faccia a faccia) tra i nostri esperti e le persone che avevano prenotato preventivamente uno spazio di 20 minuti in cui esporre le proprie richieste e ricevere risposte puntuali e circostanziate.

Ecco com’è andata.

Annarita Dipace era la nostra esperta nel settore cultura:

Ho incontrato diversi blogger, qualche responsabile di strutture alberghiere e alcuni social media manager di realtà museali. Questi ultimi volevano capire come seguire al meglio il profilo Instagram del museo, quindi abbiamo analizzato insieme l’account e ho fatto notare cosa mancava, cosa andava assolutamente fatto e cosa no, ho dato risalto all’importanza dell’utilizzo dei tag giusti, della geolocalizzazione, quindi ho spiegato come realizzare una descrizione accattivante, accennando alla necessità di un piano editoriale e consigliando di pubblicare foto non troppo editate e non scattate quando c’è poca luce. Anche i blogger hanno presentato problematiche simili, ma con loro mi sono concentrata di più sull’importanza dell’engagement e su come farlo in modo appropriato.

A parlare di travel ci ha pensato invece Alessandra Polo:

Ho incontrato una quindicina di persone. Prevalentemente travel blogger, interessate a capire come usare meglio il proprio profilo per farsi conoscere. A loro ho spiegato l’importanza di avere una bella galleria fotografica e un progetto editoriale definito in base a un obiettivo preciso. Visionando i loro profili, ho spiegato quanto fosse più appropriato scegliere il nome del blog anziché quello personale per promuovere il loro progetto, ho suggerito di usare la geolocalizzazione, caption suggestive magari ricorrendo ad aneddoti o leggende del luogo raffigurato e comprendere l’importanza di tag appropriati, lasciando perdere quelli più usati, ma anche per questo più vaghi. Interagire con gli altri e seguire i nostri canali sono stati solo gli ultimi suggerimenti, ma certamente non meno importanti. Ho incontrato inoltre una wedding planner e un responsabile di Royal Caribbean interessato a far qualcosa con gli Instagramers a bordo delle proprie navi. A lui ho parlato dell’esperienza già vissuta come Instagramer da Gianpiero Riva con Costa Crociere, una case history che è risultata molto appropriata, a corollario della quale ho sottolineato la nostra capacità di proporre progetti ad hoc anche coinvolgendo influencer stranieri. Infine, ho avuto l’opportunità di scambiare quattro chiacchiere con Barcheyacht, una startup creata da due appassionati di vela che mette in contatto chi vuole fare una vacanza in barca con oltre 1000 che la offrono (tra agenzie e privati) e 3000 diverse proposte. Con loro, in procinto di aprire un account su Instagram, si sta ragionando sul fare qualcosa insieme.

Di fashion si è occupata Andrea (Kate) Ferrario:

Ho incontrato per lo più fashion blogger e un fotografo di moda interessati a come aumentare il numero di follower su Instagram, a come far partire un brand di moda da zero su tutti i social media e a come allestire un evento fashion, per esempio, su una nave da crociera. C’era veramente molto da dire.

Infine, per parlare di food e fotografia al cibo, era disponibile Marco Lamberto:

In questa due giorni ho incontrato almeno venti persone. Il panorama era dei più vari: agriturismi, alberghi e ristoranti, travel blogger e Instagramers. Molte delle domande erano incentrate su come migliorare la propria presenza, oltre ai numeri, contenuti e interazioni col rispettivo seguito. Dopo aver preso visione del profilo delle persone intervenute, ho cercato di dar loro qualche consiglio mostrando esempi particolarmente riusciti. Le persone incontrate erano davvero interessate e interessanti e durante una di queste conversazioni sono state gettate le basi per un prossimo Instameet.

 

Il format “One to One” da sperimentale è diventato subito un successo da riproporre, magari considerando anche tempi un po’ più dilatati per ogni singolo iscritto.

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