Servizio a cura di Michele Faustini (@Igers.Verona)
Anche i laghi possono essere trendy.
Mica solo le spiagge da bandierina blu o le creste dove sole osano avventurarsi le aquile.
Quest’anno poi il trend parla chiaro: i laghi inaccessibili vanno per la maggiore.
Il Garda, il Trasimeno, il Lago Maggiore, il Lago di Como sono ormai roba da Instagramers prêt à porter, quelli che schiodano il sedere dalla macchina, fanno due foto alle canne o al lungolago, postano e chi s’è visto s’è visto.
Che siate Instagramers con le K o ancora ai numeri decimali, i tre laghi che faranno la vostra fortuna, portandovi in dote una scamionata di like e un numero imprecisato di commenti complimentosi e plaudenti, sono: il Lago di Braies, il Lago di Misurina e il Lago di Sorapis. E adesso poi che la stagione tinge d’arancio e rosso il foliage, che i rami si piegano languidi e semispogli sulle rive…din din din jackpot!
Allora, c’è da precisare che i primi due non sono poi così impegnativi. Se avete una macchina ci arrivate tranquilli e riposati (a seconda che siate il conducente o il passeggero). Che insomma, non si trovano a ridosso di valichi alpini impervi.



Specialmente il Lago di Misurina è una sorta di Cortina lacustre, hotel tirolesi a profusione dove i gerani li fanno fiorire anche d’inverno per non rovinare l’atmosfera da cartolina. Però le acque cristalline, gelide, un perfetto specchio liquido si aprono su uno scenario d’impareggiabile bellezza, con le Tre Cime di Lavaredo messe lì apposta come fondale scenico (se contornate pure da un velo di nebbia, meglio ancora). Per cui tenete bene a mente: Lago di Misurina se volete un po’ vincere facile. Ci passate una giornata, scattate dalle 50 alle 80 foto, selezionate, postproducete esaltando le tonalità autunnali, postate, scrivete una didascalia che decanti la già notevole bellezza del luogo e mettetevi in attesa.
Il Lago di Braies, anche lui a portata di auto, negli ultimi anni ha visto le sue quotazioni andare in rialzo. Complice la pubblicità di Terence Hill che proprio qui smette i panni del parroco-investigatore per diventare guardia forestale-filosofo? Forse. Fatto sta che se non passate almeno una volta nella vita dal Lago di Braies, vi manca il pezzo da 90. E sembra pure che stimoli moltissimo la fantasia degli utenti. Se ne vedono di tutte le pose: di fronte, di lato, di spalle, con lo zaino, senza zaino, con il cappello e lo zaino, con lo zaino senza cappello, con la camicia in flanella in fantasia scozzese, aperta, chiusa, socchiusa (e mi raccomando che sia rossa), sulla riva del lago, sulla barca, sul lago senza barca, sulla barca con il remo in mano, con la mano sulla barca ma senza remo, che camminano sulle acque e che moltiplicano i pani e pesci. Manca solo il selfie con Terence Hill nella rimessa delle barche-casa galleggianti e poi abbiamo esaurito le opzioni.
Il terzo invece, il Lago di Sorapis, è per spiriti intrepidi, piedi callosi e rotule resistenti. Se volete fotografarlo ci sono due opzioni: o siete patiti di montagna e arrivarci è solo un altro gagliardetto sulla vostra divisa da boyscout, oppure l’ambizione da K brucia talmente in voi da farvi sobbarcare le due ore di ripida camminata per raggiungerlo. Le captions sono molto esplicite in proposito: arrivarci è un’impresa da arditi, da capitani coraggiosi. Salite, pendenze, cordate, mulattiere a strapiombo, tunnel, gallerie, pipistrelli e zombie. Se ne leggono di ogni. Ma nel momento in cui … “oh!” ce l’avete fatta e lo fotografate, vi siete automaticamente meritati una decorazione sul campo. Consiglio: se volete fare le cose per bene, correlateci un’infilata dall’alto delle scarpe da montagna, è meglio: testimonia lo sforzo. Certo, offre una superficie meno trasparente, un po’ più opaca rispetto agli altri due, ma il respiro corto, assicurano, ve lo farà sembrare brillante come la Terra Promessa.
Riassumendo: pianificate un’escursione a uno di questi tre laghi e tutto andrà per il meglio. Quale lago scegliete? L’1, il 2 o il 3?