Servizio a cura di Monica Secondino (@monicaesse)
Quest’anno si festeggia il 40° compleanno della Golf: la prima uscì nel 1974. Fiumi di inchiostro sono stati usati per celebrare quella che la stessa VolksWagen definisce semplicemente Das Auto: l’auto con la A maiuscola. Allora che fare per festeggiarla in modo originale? Semplice: la soluzione era dedicarle del tempo. Ho deciso così di affrontare un viaggio con la mia “cara, vecchia” Golf V (ora è in commercio la Golf VII e stanno già lavorando alla Golf VIII, ndr).
Presa la decisione, si trattava solo di scegliere la strada da percorrere con un preciso obiettivo in testa: intraprendere un percorso mozzafiato che mi desse la possibilità di descrivere un itinerario in auto corredato da foto realizzate unicamente con il mio cellulare. L’idea era quella di dire: “siete in giro con la vostra auto e non sapete quali siano gli scorci da cui fotografare o cosa ci sia da vedere nei pressi? Vi dò qualche indicazione sulla strada che state percorrendo, su quello che potete fare in quest’area e sugli angoli esatti dove recarvi per fare scatti mozzafiato”. Destinazione: Strada Provinciale 38.
La SP38 secondo Winston Churchill era “una delle otto meraviglie del mondo” (definizione probabilmente un po’ esagerata). Chiamata “Strada della Forra”, è lunga una decina di chilometri ed è stata lo scenario per uno spettacolare inseguimento di James Bond in Quantum of Solace, ma è stata usata anche per spot di Seat, BMW e altri. Puntare direttamente alla SP 38, tuttavia, mi sembrava un po’ “corto” e allora ho aggiunto qualche “deviazione”.
Ecco le tappe del mio tour e qualche consiglio.
ORGANIZZAZIONE
Poiché doveva essere un viaggio “celebrativo” di un’auto di quarant’anni fa, ho deciso che avrei fatto tutti in modo “old economy” e cioè senza usare il navigatore né altri device e ho dunque studiato il percorso sulla mia vecchia cartina del Touring Club Italiano, edizione 1995. Effettivamente già la preparazione è stata coinvolgente e non avere l’aiuto del TomTom (che comunque ogni tanto ti porta dove vuole lui…) ha aggiunto quel pizzico di suspence che è per me un elemento fondamentale del viaggio. La mia Golf inoltre non ha nessun sistema di connessione con smartphone né altro, la radio funziona con i vecchi CD e non ha nessun tipo di wifi interno. Morale: ho preparato anche un po’ di CD, tra cui quello con le colonne sonore degli 007, visto che andavo in pellegrinaggio in un territorio dove è passato anche lui. Tutto era pronto e il tempo era perfetto: tutto grigio e pioggerellina fine fine che creava un’atmosfera ancora più autunnale e proprio “da memoriale”.
LE TAPPE
1. Puntare dritto alla SP38, come detto, mi sembrava un po’ troppo rapido, per cui ho deciso di allungare e toccare il Lago d’Idro e quello di Ledro.
2. Da Milano mi sono diretta verso Brescia, percorrendo la nuova BreBeMi, quindi ho imboccato la strada statale 237 del Caffaro, che attraversa la valle del Garza e poi la Val di Sabbia. Solo una segnalazione: è piena di autovelox, quindi attenti ai limiti di velocità! A tratti ha tornanti e curve, ma niente di particolarmente degno di nota. Questa è la zona del formaggio Bagòss, tipico di Bagolino, un piccolo paese in questo territorio. Purtroppo non ho avuto tempo per assaggiarlo, ma mi rifarò.
3. Primo stop, Lago d’Idro: qualche scatto d’obbligo e, considerato che subito dopo il lago la strada entra in Trentino, ho deciso di prendere la SP 240 che porta a Riva del Garda, passando dal Lago di Ledro. Questo tratto è molto più “guidato” del precedente, con tornanti stretti e dislivelli.
4. Secondo stop, Molina di Ledro. Una località molto suggestiva, che offre la splendida possibilità di visitare le cosiddette palafitte di Ledro (una meta bellissima per una gita fuori porta in Lombardia, dal Trentino o dal Veneto).
5. Raggiunta Riva del Garda, decido di prendere a destra per Limone e da qui seguire le indicazioni per Tremosine che è uno dei borghi più belli d’Italia, costituito da ben 18 frazioni a picco sul Lago di Garda. Questo paese per secoli è stato collegato alla sponda del lago (trecento metri più in basso) solo da un impervio sentiero. Fu nel 1913, su progetto di Arturo Cozzaglio e per iniziativa di Don Giacomo Zanini, parroco di Vesio, che si costruì la strada di collegamento con il porto sul lago: la Strada della Forra, appunto, che inizia subito a salire con alcuni tornanti poco impegnativi. Dove possibile mi sono fermata a fare qualche foto poiché la vista sul lago è davvero spettacolare. Questa è già la SP 38, ma non è ancora la parte pulsante… è solo l’antipasto.
6. Arrivata a Pieve era ora di mangiare un boccone e ho scelto l’unico pub del paese. A Pieve di Tremosine si trova l’Hotel Paradiso dove c’è la famosa “terrazza del brivido” sulla quale sembra di essere letteralmente sospesi sul lago. Purtroppo si tratta di una proprietà privata, da cui non è possibile scattare foto – ma fortunatamente avevamo già avuto occasione di andarci e di parlarne nel nostro articolo su Tremosine, corredato da splendide immagini. Ma non disperate: se non vi danno la possibilità di entrare in hotel, dirottate verso la terrazza “pubblica” della Chiesa: panorama ugualmente incantevole. E’ da qui che si entra nel vivo della strada della Forra, che è davvero unica!
7. La Strada della Forra è molto stretta (due macchine devono fare manovra per passare), l’asfalto non è male anche se i rivoli d’acqua lo rendono umido e scivoloso quindi bisogna fare attenzione. A tratti sembra che la montagna ti inghiottisca con le sue gole, ci sono strette gallerie non illuminate davvero suggestive ed è tutto un susseguirsi di curve incastonate nella roccia. E’ da percorrere lentamente proprio per gustarne ogni metro e quando mi sono trovata nuovamente sulla Gardesana ho pensato: “ma no, è già finita?”. Per cui ho girato la macchina e l’ho rifatta! Terminato anche il secondo giro sono andata in direzione Campione del Garda per poi rientrare verso Milano. Prima però un’ultima foto all’inizio di un tramonto infuocato con il quale si è conclusa la mia giornata di celebrazione della Golf.