Dopo la sperimentazione di inizio estate sono giunti anche in Italia i “contenuti brandizzati” su Instagram, ossia quei contenuti che sono postati dagli utenti dietro compenso (spesso economico, ma può essere di altra natura, come ad esempio, un viaggio, un prodotto, un servizio).
Come già dicevamo nell’articolo di Collaborazione con i brand: ecco i tag che Instagram chiederà di usare agli influencer, ciò regolarizza il rapporto tra influencer e brand e dà a questi ultimi uno strumento per capire la vera efficacia della collaborazione.
Come funziona?
Andando nel menu impostazioni dell’account del brand si trova la voce “approvazioni dei contenuti brandizzati”. Entrando nel menu, si dovrà scegliere se rendere libera il tag commerciale o meno. Nel caso si scelga l’approvazione richiesta occorre inserire l’elenco degli account che hanno il permesso di aggiungere il tag (ho fatto una prova, ma al momento non funziona bene la ricerca nomi).
È ovviamente una scelta consigliata: il brand avrà maggiore controllo e impedirà che le persone millantino collaborazioni inesistenti con immagini che possono nuocere all’azienda.
I dati di Insight
Una volta che il brand è stato taggato, avrà la possibilità di vedere i dati di insight (le statistiche) del contenuto postato o della storia creata: il brand potrà dunque valutare l’efficacia della collaborazione basandosi su reach, impression, engagment del contenuto come se fosse un contenuto originale del brand stesso.
Tutto è bene?
Non credo proprio: gli influencer più scafati e con il pelo sullo stomaco sapranno “hackerare” questi numeri con pratiche al limite dell’eticità.
Quindi occorrerà sempre stare attenti e non farsi guidare SOLO dai numeri.