Continuano le passeggiate degli Igers della Sardegna e anche stavolta ad immagini e video segue un racconto scritto…a quattro mani.
Comincia Stella Angioni aka @stellaangioni
Sole, acqua, passione e tradizione: elementi indispensabili per realizzare un buon vino, gli stessi ingredienti che sabato 31 agosto e domenica 1 settembre hanno dato vita alla seconda edizione del Siddi Wine Festival.
Una insolita pioggia apre il primo giorno della manifestazione vinicola organizzata dallo chef stellato Roberto Petza del Ristorante “S’apposentu”.
Nel primo pomeriggio noi di Instagramers Sardegna siamo in prima fila, con ombrello e attrezzatura digitale pronti per incominciare il foto reportage del festival del vino.
L’acqua scroscia impertinente, ma non limita il nostro entusiasmo né quello dei tanti che per niente intimoriti dalle gocce si aggirano già tra i banchi degli espositori.
La signora Carmela Pilo, vicesindaco di Siddi (CA), ci racconta come il festival sia motivo di aggregazione per il paese. Ognuno ha dato il suo prezioso contributo per la realizzazione dell’evento, dall’organizzazione tecnica fino alla consegna del ghiaccio.
La manifestazione accoglie i visitatori con un percorso sviluppato lungo le vie principali: dal giardino di Casa Puddu fino al Museo agro-alimentare della Sardegna.
Le oltre 500 etichette di vini ci accompagnano lungo il cammino e forse l’aver iniziato il tour con la degustazione dell’azienda vitivinicola “ME” di Barrali predispone tutti al buon umore. Ci lasciamo incantare da un dolce cagnulari di 16,5° il cui appellativo “Bagasseri” richiama in sardo la figura di un “fascinoso” don Giovanni. Il titolare, Enrico Melis, ci confida che il nome scelto per questo vino deriva dalla vigna “Baccu Scova” e dalle interpretazioni della libertà del dio Bacco. Il Bagasseri sarà in commercio dal 2014 e completa una trilogia composta da altri 2 rossi: Baccu e Bagamundu.
Qualche banco più avanti, i capolavori del piccolo Laboratorio artigianale Sendas di Monastir (CA): dolci come gioielli di filigrana, monili al gusto di mandorla. Marianna e Cristian spiegano che il loro progetto è concepito come un figlio e il nome “Sendas” nasce dall’unione di “prendas” (gioielli in sardo) e “li sendi” (stella di mamma, figlio).
Quando il cielo finalmente si rischiara e sui tetti delle case di Siddi il tramonto assume sempre più le sfumature color vermiglio dei vini che stiamo degustando, nel giardino di Casa Puddu si prepara tutto per il laboratorio “Birra e vino, contaminazioni possibili”.
Nicola Perra, titolare del birrificio Barley di Maracalagonis, spiega subito il perché della sua presenza al Festival del Vino: il vino è il protagonista delle tre birre che ci illustrerà che vedono l’utilizzo della sapa di Cannonau (BB10), di Nasco (BB Evò) e di uva Malvasia per la BB9. La platea lo ascolta con ammirazione perché questo ex-ingegnere ha saputo trasformare una passione in un progetto che si può definire solo ardito: esportare birra in tutto il mondo, perfino a Monaco di Baviera!
Il racconto della seconda giornata è di Andrea Puxeddu aka @qilyahn
Un caldo sole settembrino accoglie la seconda giornata del Siddi Wine Festival.
L’atmosfera di unione, festa e convivialità si respira ancor di più e ovunque è uno scambio di sorrisi e buonumore, con l’invisibile contributo di Bacco. Ci sentiamo protetti e coccolati dai teli candidi che sembrano danzare al ritmo del vento e dell’allegria onnipresente.
Con questa sensazione giungiamo allo stand del signor Zicca che ci illustra con orgoglio la storia dei suoi vigneti di Villagrande Stristaili (OG) in cui cresce ancora uno dei ceppi originari di Cannonau.
Le sue prime 8.000 bottiglie sono andate in produzione quest’anno e l’entusiasmo è palpabile mentre ci racconta la cura nella scelta degli imballi leggermente incrinati per mantenere sempre umido il tappo di fattura artigianale.
Nel nostro viaggio all’interno della cultura del vino degustiamo svariate qualità e ci lasciamo incantare dalla malvasia “Salto di Coloras”, vinificata a Bosa da Angelo Angioi con il sistema della botrytis cinerea, una muffa grigia che disidrata gli acini alla maniera di alcune nobili cantine francesi.
Ma il Siddi Wine Festival va oltre il vino.
Pochi passi e siamo davanti ad una pasta artigianale a forma di “M”, ma con una gambetta in più. È così infatti che lo descrivono le signore Maria Rosaria Moi, Gianna Pau, Rosa Pisanu e Maria Atzeni dell’associazione “Is Marraconis Fibaus” il cui nome deriva proprio da questa pasta tipica di Siddi. Questa meraviglia è fatta interamente a mano secondo l’antica tradizione per la cui produzione, ci spiegano, sono necessarie rapidità, precisione e naturalmente tanta passione.
Simpatici produttori di birre artigianali la cui etichetta invita a “riempire ancora una volta” il bicchiere, si alternano a cordiali signore che offrono verdura, ceci, lenticchie, meloni coltivati in asciutto, una dolcissima anguria, tutto rigorosamente a chilometri zero.
L’esperienza del palato si rinnova al giardino di casa Puddu con Michele Cuscusa ed il suo laboratorio “Se vino e formaggio vanno a nozze…allora facciamo formaggio” che ci ha deliziato con la preparazione e degustazione di formaggio fresco ed un delizioso yogurt al limone degno di un ricco emiro.
A fine serata, Paolo Marchi giornalista di “Identità golose”, presenta lo Show cooking “Cucinare con l’uva” in cui chef di livello internazionale preparano prelibatezze che rinnovano il connubio uva e cibi deliziosi.
Tra uno scatto e l’altro siamo inebrianti dai profumi delle polpette di capra in salsa affumicata di melanzana di Stefano Deidda (Il Corsaro), dal gustoso risotto al ragù di pecora, vernaccia e casizolu preparato da Luigi Pomata (da Luigi Pomata) e dalla deliziosa insalata di capra in erbe aromatica, uva e fiori di Roberto Petza (S’apposentu).
Così come il gusto è l’armonica unione di profumi e sapori, così il festival del vino di Siddi ha saputo unire l’allegria, lo spirito di cooperazione e le professionalità isolane, e non, in un evento che assaporiamo ancora.