Instagram e l’inclusione di genere

Instagram e l'inclusività

Instagram ha annunciato l’introduzione dei pronomi nella biografia del profilo attraverso un’apposita sezione.

Si tratta di un lancio per ora circoscritto agli Stati Uniti e al Regno Unito, ma che è destinato ad essere mondiale in poco tempo.

La scelta dei pronomi sarà possibile attraverso una sezione apposita tra le impostazioni del profilo e di fatto libererà spazio nelle righe della didascalia del profilo stesso. Basta andare su “Modifica profilo” e apparirà sotto il nome e l’username. Si possono scegliere fino a 4 pronomi, in una rosa classica di opzioni:

  • She/her;
  • He/Him;
  • They/Them.

Questa possibilità di scelta non è obbligatoria, infatti Instagram offre la possibilità non soltanto di definire il pronome, ma anche la discrezionalità di mostrarlo o meno nella bio rendendolo più o meno pubblico (si può scegliere di mostrarlo anche solo ai follower).

Cosa significano questi pronomi? Semplice: molte persone non si identificano nel loro genere biologico e vorrebbero che ci si rivolgesse loro nella maniera più consona e rispettosa che vogliono.

Ecco che quindi she/her identifica un linguaggio prettamente femminile, mentre he/him ne predilige uno maschile. Infine, they/them esprime il concetto di neutralità di genere.

La questione di genere e l’inclusività che ne deriva sulla piattaforma è una questione molto sentita dalle parti di Menlo Park, che afferma di averci pensato perché sollecitato dagli utenti stessi. Quindi, dopo aver introdotto gli sticker per l’inclusività e il rispetto dei diritti della comunità LGBTQI+ in occasione del Pride2020, ora rinforza questo suo attivismo occupandosi dei generi. Ricordiamo che la questione dei pronomi è legata al rispetto dei transgender e dei non-binary.

In Italia, dove il genere neutro non esiste, è difficile e non immediato rivolgersi alle persone con il giusto linguaggio, tanto più se in forma scritta. In inglese invece diventa molto più semplice considerando che nella loro grammatica il neutro è contemplato.

Certo non mancano le iniziative nel nostro Paese atte a favorire un linguaggio meno ostile, più inclusivo, maggiormente attuale e che sia espressione delle varie forme di personalità e identità delle persone. Al di là del genere neutro, in Italia si sta da tempo portando avanti una battaglia sul linguaggio inclusivo in tutti i settori della vita quotidiana: dalla Pubblica amministrazione allo sport, dalla medicina alla tv.

Segnaliamo ad esempio la battaglia di Luca Boschetto e il progetto Italiano inclusivo” oltre all’instancabile contributo quotidiano della socio linguista Vera Gheno.

Concentrata principalmente sui testi, le comunicazioni ufficiali, i documenti e qualsiasi altra forma scritta, l’obiettivo è di neutralizzare il più possibile una fallocentrica rappresentazione oppressiva del genere.

Ecco, quindi, che l’introduzione dello schwa (ǝ) si mostra come mezzo di inclusività e rispetto di tutte le persone a cui ci si rivolge.

Ma non mancano nemmeno le persone che si esprimono in contrapposizione alla categorizzazione di genere: basti pensare ad Achille Lauro e Madame che in diverse interviste, oltre che in alcuni testi delle loro canzoni o spettacoli che portano in scena, dichiarano proprio di non sentirsi legati a nessun genere identificativo.

Certo non sono i primi e nemmeno gli ultimi. E se pensiamo che sia una “moda” del nostro tempo (come i più adulti e anziani credono e ci accusano) allora andiamo a ritroso nella ricerca di un personaggio che rappresenti a pieno questa realtà, considerando il poeta Walt Whitman che, nell’800 si presentava così: “Sono vasto, contengo moltitudini”. Una sorta di manifesto.

Ad ogni modo, un altro bel passo in avanti compiuto da Instagram nella sua globale visione e missione di rendere la sua piattaforma uno dei luoghi più sicuri e rispettosi del web.

E questa cosa ci piace tanto.  

Tagged: