Durante questi lunghi, lunghissimi mesi di lockdown, ci siamo più volte chiesti se il digitale fosse un’ancora di salvezza momentanea o lungimirante mezzo pronto ad accogliere lo sviluppo di molti dei settori colpiti dall’emergenza.
Quello che è certo, è che il processo di virtualizzazione di taluni percorsi (già lentamente avviatosi prima della pandemia e con qualche case history interessante all’attivo, ndr) ha subito un’accelerazione senza precedenti. Ma quanto peso ha avuto la necessità e quanto invece la volontà di consolidare alcune pratiche approdate nello sconfinato mondo del world wide web?
Nel settore culturale specialmente, abbiamo visto fin da subito un ricorso alla tecnologia per evitare lo stallo totale. “L’acqua si scava la strada anche attraverso la pietra e quando è intrappolata si crea un suo varco”, si cita nel film Memorie di una Geisha. Sipari alzati, musei aperti, live performance: tra virtual tour e racconti digitali, proprio come l’acqua, la creatività e la cultura hanno scavato il loro spazio vitale per continuare a scorrere.
E questo ha portato il generarsi di un’unica, fondamentale, domanda: è stata ed è la strada giusta?
Il web, lo abbiamo visto, accorcia le distanze, unisce, accresce la conoscenza e favorisce il manifestarsi e il diffondersi degli avvenimenti. Quando pregno di acume e capacità, poi, diventa anche mezzo capace di offrire infinite possibilità e nuove opportunità non solo sociali, anche occupazionali.
Non parliamo di digital makers e influencer, in questo caso, ma di posizioni lavorative aperte all’avanguardia, che si fanno avanguardistiche esse stesse e che aprono le porte a mondi fino ad ora inesplorati. O sottaciuti. O immaginifici.
Avete infatti mai sentito parlare di “mercato dell’arte”? E di “mercato digitale dell’arte”? Vi siete imbattuti in esempi pratici di “imprenditoria digitale” nel settore culturale? Ecco: questi aspetti fanno parte di un unico grande processo che abbiamo deciso di raccontarvi tramite l’intervista a seguire.
Due giovanissime storiche dell’arte, una digital art strategist di nostra conoscenza e una curatrice che oggi abbiamo avuto il piacere di conoscere, stanno dando vita a qualcosa che ha l’aspetto dello straordinario sì, ma con le sfumature dell’intraprendenza coraggiosa.
Per spiegarci meglio: il Mercato dell’Arte si sposterà molto presto e velocemente sul Web e l’Arte ha bisogno di raggiungere tutti. Per questo, quella che appare come una vera e propria rivoluzione del settore del mercato digitale dell’arte, oggi in Italia si concretizza in Onstream Gallery.
Onstream Gallery è un progetto digitale che ha come duplice obiettivo quello di abbattere le barriere del Mercato dell’Arte e quello di offrire un’esperienza culturale di tutto rispetto nel panorama delle Gallerie italiane.
Come funziona? Ce lo facciamo raccontare direttamente dalle due ideatrici, Eleonora Rebiscini e Chiara Gesualdo.
1) Onstream Gallery. Un progetto davvero molto ambizioso! Da dove nasce l’idea?
(Eleonora) L’idea di Onstream Gallery nasce dall’esigenza, come Millennials, di trovare un posto nel settore dell’Arte e, ovviamente, nel Mercato. Chiara ha passato 3 anni a Londra dove ha avuto modo di lavorare e studiare il Mercato dell’Arte dall’interno, mentre io in questi anni ho affrontato più volte il tema di Gallerie d’Arte e Comunicazione con un focus sulla nostra situazione nazionale.
Io e Chiara ci siamo conosciute su Instagram l’anno scorso e da subito, parlando, ci siamo rese conto di condividere gli stessi valori. Insieme abbiamo deciso di andare all’evento Talking Galleries 2020 che quest’anno si è tenuto a Barcellona, in cui si è parlato proprio di mercato dell’arte online e i nuovi trend in ambito digital applicati alle gallerie e all’arte in generale. In quella sede abbiamo avuto modo di notare come ci fosse un sentimento diffuso in tutta Europa e non solo: la consapevolezza che i Millennials sono i nuovi collezionisti e che il Mercato non è pronto ad accoglierli.
Siamo tornate a casa con molte cose da dire, soprattutto riguardo l’accessibilità e la trasparenza del Mercato dell’Arte e abbiamo iniziato a lavorare al progetto di Onstream Gallery molto seriamente. Da quel giorno non ci siamo più staccate, e abbiamo lavorato ogni giorno per portare a termine tutto questo.
2) Qual è lo “stato dell’arte” in Europa e in Italia rispetto al mercato dell’arte?
Lo stato dell’Arte prima della pandemia era abbastanza “fermo”. Le nuove tecnologie – per nuove tecnologie intendo sia i social media che l’applicazione di strumenti quali e-commerce – erano sicuramente presenti nella mentalità di galleristi e simili, ma senza una sincera consapevolezza del loro bisogno.
La pandemia ha sicuramente accelerato la consapevolezza che questi strumenti permettono di raggiungere un maggior numero di persone ovunque si trovano. Rimanendo sempre nel settore del Mercato, sono tantissime le fiere di portata internazionale che hanno subito fatto propri elementi quali i virtual tour delle gallerie.
Se da una parte in molti sanno che le vie del Web sono infinite, dall’altra crediamo ci siano delle frizioni sia a livello culturale che di vere e proprie competenze. Non è facile trovare delle persone nel nostro settore che conoscano strumenti di advertising e analisi che possono essere applicate al pubblico di riferimento. Così come parlare di e-commerce e tecnologie immersive di elevata qualità.
Insomma, riassumendo crediamo che da una parte c’è una “resistenza” da parte delle generazioni più avanti delle nostre, dall’altra c’è un’effettiva scarsità di figure professionali che riescano a completare tutte le varie esigenze di cui abbiamo parlato sopra.
3) Mercato dell’arte e mercato digitale dell’arte sono i due volti della stessa medaglia che caratterizzano il vostro progetto. Da qui, ne consegue un terzo: l’imprenditoria digitale dell’arte. Non credete che se ne parli ancora troppo poco?
Sì, lo crediamo profondamente. Non siamo tuttavia fra coloro che si “risentono” per questa mancanza: piano piano ci stiamo ritagliando il nostro spazio, così come tante persone sui Social Media, in particolare Instagram. Noi crediamo che prima delle parole vengano i fatti, motivo per cui non abbiamo un esitato un momento quando abbiamo creato Onstream Gallery.
Crediamo che il Web ti dia la possibilità di emergere senza bisogno del cosiddetto “giro”, per questo motivo ci siamo lanciate e sperimenteremo ogni giorno le cose su cui non siamo brave, andando a migliorarle e ad eccellere in quello che siamo già ferrate.
Ad un certo punto dovranno parlarne, se non altro per capire che c’è una strada diversa da prendere. Non è detto che quella vecchia sia necessariamente sbagliata, ma quella digitale può integrare veramente alcune mancanze di cui abbiamo già parlato.
4) Genericamente, per settori quali Cultura e Arte si sta (ri)parlando molto di digital, tra virtual tour ed esperienze interattive on line. Oltre l’aspetto imprenditoriale, in cosa si differenzia Onstream Gallery? Come e che cosa promuove di diverso ed innovativo ai fruitori?
Il nostro progetto ha di originale il fatto di essere stato concepito principalmente online. Noi non stiamo semplicemente trasportando sul web il programma online di una galleria fisica. Il sito web è la nostra galleria fisica. Per questo motivo, lo scopo delle online exhibition è duplice. Da un lato, è quello di regalare ai visitatori un’esperienza che li arricchisca culturalmente introducendoli al lavoro e/o a quell’artista specifico, dall’altro quello di curare e concepire il web come se fosse uno spazio espositivo a tutti gli effetti. Il web è un mondo senza confini e a noi piace sperimentare. Anche l’attività svolta parallelamente sui i social media attraverso la creazione e condivisione di contenuti ad hoc, sarà fondamentale nell’introdurre il lavoro di artisti emergenti e instaurare quel dialogo tra artista e audience che è alla base di ogni relazione.
5) Come pensate si possa collocare e rapportare questo progetto rispetto alle realtà culturali e museali – pubbliche e private – in Italia?
Siamo sincere, al momento abbiamo solo voglia di partire con il nostro progetto e vedere cosa succede.
Abbiamo ovviamente fatto la nostra pianificazione e ci siamo fatte la nostra idea in merito alla risposta del pubblico e soprattutto di coloro che già bazzicano il settore dell’arte, ma non sapremo mai come si colloca il progetto nel settore se prima non ce lo buttiamo dentro.
Noi speriamo che Onstream Gallery venga vista come un elemento di novità e vogliamo che venga data una possibilità di studio e fruizione a tutti coloro che lo vorranno: le realtà museali e culturali sono state messe recentemente a dura prova a causa della pandemia. Magari un progetto come Onstream Gallery non le sorprenderà davvero del tutto (o forse sì?).
6) Al di là di un contesto prettamente comunicativo, che ruolo assumono i social network – e Instagram in particolare – in Onstream Gallery?
Grazie per averci fatto questa domanda.
Noi siamo partite da un assunto fondamentale: lo spazio espositivo di Onstream Gallery è il Web.
Questo significa che tutto ciò che si trova nel Web, è uno strumento che serve per la visita della mostra e l’acquisto delle opere sul sito.
Instagram lo abbiamo concepito come uno Storytelling visuale secondo noi paragonabile al percorso che fai dentro un Museo: hai presente quei pannelli introduttivi, quelle linee temporali che trovi sulle pareti delle sale espositive? Noi ce lo siamo immaginato così: uno strumento che ti porta a visitare poi la mostra vera e propria attraverso il link in bio.
Insomma, più di una didascalia, meno di una mostra: questo è quello che diremmo della nostra pagina Instagram.
Facebook ce lo immaginiamo con un momento di confronto, per chi lo vorrà: sappiamo perfettamente che Facebook comincia gradualmente ad essere abbandonato dai Millennials, tuttavia è ancora lo strumento migliore per l’Advertising, insieme a Google. Proprio per questo motivo lo utilizziamo sia come strumento di edutainment che come piazza di advertising vera e propria.
Su LinkedIn invece abbiamo intenzione di affrontare tematiche relative al Mercato dell’Arte, con focus particolare su quello online. Linkedin ha il vantaggio di essere ancora poco usato nel nostro settore e soprattutto, di funzionare molto bene organicamente. Abbiamo studiato a fondo i report e i casi studio del Mercato online dell’Arte, quindi abbiamo molto da dire.
Su Pinterest faremo tutto quello che serve per permettere alle persone di essere ispirate.
7) (Se lo ha fatto) Quanto ha influito la pandemia sul vostro progetto? E quanto influirà, in generale, questa emergenza sul settore culturale?
Bellissima domanda! La pandemia su di noi ha influito pochissimo.
Addirittura, quando abbiamo visto che durante il lockdown tutti quanti hanno iniziato a creare contenuti online e a parlare di virtual exhibition, ci siamo un po’ “dispiaciute”, perché noi lo stavamo facendo da almeno 4 mesi prima e avevamo paura che le persone ad un certo punto si sarebbero stufate.
Inutile dire che questa pandemia ha cambiato il nostro piano di Comunicazione e la nostra strategia, perché impossibile fare finta che il lockdown non abbia cambiato la percezione di quello che è il settore online dell’arte.
Dall’altro lato, crediamo anche che la pandemia ci abbia dato la conferma che stavamo andando nella direzione giusta: il settore dell’arte ha bisogno di un cambiamento e noi, nel nostro piccolo, lo stiamo attuando. Con tutte le difficoltà del caso e sicuramente con molte cose da imparare, ma crediamo che l’esigenza di creare un’offerta di fruizione vera che passi dal Web si sia amplificata con la pandemia.
Insomma, se da una parte noi stavamo già creando la nostra online exhibition – che come abbiamo detto, è diversa dal virtual tour della Galleria, dall’altra crediamo che oggi il pubblico sia più pronto rispetto a 3 mesi fa ad accogliere un progetto del genere.
Un progetto appassionante raccontato con altrettanta passione dalle sue ideatrici (che ringraziamo).
What else?
Il progetto Onstream Gallery ha aperto le porte il 1° luglio 2020 con la sua prima exhibition on line “Waro, Welcome to my World (W.W.W). Fino al 31 agosto 2020, abbiamo la possibilità di approcciarci al mondo creativo di Waro, giovane disegnatore italiano con un animo da collezionista e una mano da artista, le cui opere, per la prima volta in Italia, saranno esposte proprio in questa galleria on line.
Nessun dubbio, quindi: la rivoluzione è cominciata. Non ci resta che navigarla!