L’intelligenza artificiale (IA) è l’abilità di una macchina di mostrare capacità umane quali il ragionamento, l’apprendimento, la pianificazione e la creatività. Permette alle macchine di comprendere e percepire l’ambiente circostante, al fine di relazionarsi con esso, apprendere, ragionare e agire verso la risoluzione di differenti problematiche.
È lo stesso Parlamento europeo a darne una definizione e riconoscere l’assoluta centralità del suo sviluppo e potenziamento in svariati settori di applicazione: dallo shopping online alla cyber safety, dalla salute ai trasporti.
Era il 1956 quando un gruppo di scienziati, riuniti al Dartmouth College di Hanover, negli Usa, si scervella nell’ideazione e nella costruzione di una macchina capace di capire il mondo, apprendere, ragionare e agire come fanno le persone.
I sistemi di IA, rifacendosi ai meccanismi di apprendimento tipici del genere umano, hanno un grande impatto nella vita di tutti i giorni, ma non mancano i rischi e i pericoli.
Oggi i social network ne fanno un utilizzo molto avanzato. Basti pensare ai filtri che possiamo applicare nelle stories di Instagram e l’aiuto che potrebbe fornire in termini di scrittura immediata dei sottotitoli delle stesse storie.
Grazie all’intelligenza artificiale è nata anche la prima influencer di Instagram completamente virtuale. Si chiama @Lilmiquela e conta 3 milioni di follower.
Ma l’IA non è solo impiegata per l’intrattenimento. Recentemente, infatti, il suo utilizzo a Menlo Park è sviluppato nella rimozione dei commenti offensivi e nel più ampio tema del rispetto della privacy, anche alla luce delle indiscrezioni circa lo sviluppo di Instagram for kids.
TikTok: regina dell’intelligenza artificiale
Ma se parliamo di Intelligenza artificiale applicata, non possiamo che rivolgere lo sguardo ad un altro social network che è nato e cresciuto grazie alla potenzialità dello strumento: TikTok.
TikTok è un social network nato in Cina nel 2016 da Alex Zhu e Luyu Yang. Inizialmente si chiamava Musical.ly ed era un ibrido con sembianza di YouTube, Snapchat e Instagram. L’obiettivo è creare e condividere brevi video musicali (anche in live streaming), altamente personalizzabili, che vengono poi caricati dagli utenti che abitano TikTok.
L’intelligenza artificiale di TikTok, in questo senso, lavora diversamente dalle altre piattaforme: l’app raccoglie una quantità smisurata di dati e impara a conoscere i suoi utenti, le loro preferenze musicali, i contenuti più letti, fino ad apprendere i filtri e il linguaggio.
Il machine learning di TikTok, cioè il suo sistema di apprendimento, consente all’IA del social network non soltanto di profilare gli utenti in maniera dettagliata, ma anche di prevederne le tendenze e indirizzare verso azioni comportamentali specifiche. Un innegabile strumento di marketing, ma anche un mezzo discutibile e meritevole di attenzione.
Le problematiche e le mobilitazioni dal basso
Già, perché non dobbiamo dimenticare che TikTok è la piattaforma core della Generazione Z, quella che comprende i nati dal 1996 al 2010 e per i quali rientra quella categoria under 13 che rappresenta il limite minimo d’età necessaria per iscriversi al social. Dopo l’ormai noto caso della bimba di Palermo morta a dieci anni per un challenge, TikTok è stata la piattaforma più tartassata dal Garante della privacy, ricevendo anche un blocco e un oscuramento a metà febbraio, anzi finché l’app non fosse corsa ai ripari.
TikTok ha risposto che “adotterà misure per bloccare l’accesso agli utenti minori di 13 anni e valuterà l’utilizzo di sistemi di Intelligenza Artificiale per la verifica dell’età. Inoltre, lancerà una campagna informativa per sensibilizzare genitori e figli“.
A conferma di quanto detto, il 2 marzo 2021, l’app TikTok annuncia la nascita del Safety Advisory Council per l’Europa: un consiglio che riunisce personalità europee di rilievo del mondo accademico e della società, ognuna delle quali condividerà la propria visione, diversa e nuova, sulle policy di TikTok e sulle regole per la moderazione dei contenuti.
Niente di più rassicurante di un’Intelligenza artificiale non soltanto sbandierata, ma una visione di intenti comune ed europea che accerti l’effettiva veridicità dei dati anagrafici dei profili registrati o di chi richiede l’accesso al social network intenzionato a entrarvi a tutti i costi. Che sia un riconoscimento facciale o testuale, l’obiettivo rimane nobile certamente.
Ma si apre un altro delicato tema: quello del trattamento dei dati dei minori. TikTok lavorerà con le autorità garanti dei vari paesi europei per trovare degli accordi, al fine di raggiungere una soluzione soddisfacente per tutti. Ad ora gli accordi ci sono, come afferma la stessa Alexandra Evans – Head of Child Safety di TikTok Europa: “La sicurezza delle persone che fanno parte della community TikTok è la nostra priorità assoluta. Abbiamo raggiunto un accordo con il Garante, l’autorità italiana per la protezione dei dati e oggi stiamo adottando ulteriori misure per supportare la nostra community in Italia“.
Prima di arrivare allo sviluppo pieno dell’Intelligenza Artificiale per il controllo dei profili, già da fine gennaio TikTok ha pensato di introdurre un pulsante, direttamente in app, che dà potere agli utenti di segnalare gli account che sembrano appartenere a soggetti minori di 13 anni. Della serie: sarete voi a segnalarci gli account da bloccare.
Il Garante della privacy, dal canto suo, ha messo in atto una campagna istituzionale “allo scopo di rafforzare l’azione di tutela nei confronti dei più piccoli. Avvierà sulle tv nazionali, in collaborazione con Telefono Azzurro, una campagna di sensibilizzazione con l’obiettivo di richiamare i genitori a svolgere un ruolo attivo di vigilanza e a prestare particolare attenzione al momento in cui verrà richiesto ai figli di indicare la loro età per accedere a TikTok“.
La campagna in questione non si colloca come una demonizzazione verso l’uso e l’accesso alle piattaforme, quanto piuttosto un progetto di Cittadinanza digitale di più ampio respiro atto a educare bambini, adolescenti e loro famiglie. Telefono Azzurro ha presentato il toolkit dedicato ai bambini sulle tematiche legato alla sicurezza e al benessere online.
Ciò nonostante, la rassicurazione è sempre molto temporanea e non mancano le mobilitazioni dal basso e le class action di genitori che chiedono all’app cinese di innalzare l’età minima di accesso e alle autorità competenti di varare misure più stringenti. Una di queste è in casa nostra, con tanto di petizione firmata da 24 mila persone e presentata al Ministero dell’Istruzione, l’altra è nel Regno Unito dove Anna Longfield, ex commissario per i minori del Regno Unito, parla di “dati personali dei bambini presi in maniera non consensuale” portando TikTok in tribunale e per cui, in caso di vittoria, si prevedono risarcimenti consistenti.
Conclusioni
Quello che possiamo dire è che rimaniamo alla finestra per osservare gli sviluppi aggiornando costantemente il pulsante sicurezza nella newsroom di TikTok, consapevoli che all’intelligenza artificiale fatta di algoritmi e sequenze matematiche, potremmo intanto preferire l’intelligenza umana di figli e di genitori responsabili che dialogano sui rischi e i pericoli della società moderna. Perché non dobbiamo dimenticare che la prima agenzia di formazione è la famiglia.