Meta e Siae, chi dice la verità?

Meta e Siae, cosa è successo nelle trattative? Prima l’eliminazione delle canzoni tutelate da Siae da tutte le piattaforme Meta, poi la risoluzione del bug per reinserire quelle tutelate dalla concorrente londinese Soundreef, ma cosa è successo nelle trattative tra Meta e Siae? Nelle ultime ore sono emersi i primi dettagli rispetto alle trattative avvenute tra Meta e Siae riguardo il rinnovo della licenza per l’utilizzo dei brani tutelati dalla società italiana sui social network del gruppo Meta. Vediamo, quindi, quanto emerso dalle prime dichiarazioni di entrambe le parti.

Prima di proseguire, ecco un breve riassunto di quanto successo “nelle puntate precedenti“: l’accordo tra Meta e Siae riguardo i diritti di utilizzo delle canzoni tutelate dalla società italiana è scaduto lo scorso 15 dicembre 2022; le prime trattative per il rinnovo non sono andate a buon fine. Di conseguenza, il gruppo Meta aveva proceduto ad eliminare tali brani dagli archivi a cui gli utenti possono accedere per arricchire storie, video e post.

Dettagli sulla mancata trattativa tra le due parti sono emersi nella mattina de 30 marzo 2023, durante l’audizione alla Camera dei deputati di Angelo Mazzetti, responsabile per gli affari istituzionali di Meta. Come dichiarato da Mazzetti, la società “non ha deciso di interrompere le trattative unilateralmente“, come precedentemente sostenuto da Siae. Mazzetti ha poi aggiunto come all’origine del mancato accordo ci sia stato “l’importo richiesto da Siae, che inizialmente è stato di 4 volte superiore all’importo concordato fino al 2022 senza che venisse fornita alcuna motivazione, mentre i diritti di licenza erano sostanzialmente gli stessi”. A quanto dichiarato dal rappresentante di Meta, l’azienda di Menlo Park “ha fatto il possibile per mantenere viva la negoziazione, presentato un’offerta significativamente più alta della royalty concordata con Siae fino a dicembre 2022: abbiamo progressivamente aumentato la nostra offerta cercando di andare incontro alle richieste di Siae che, tuttavia, si è rifiutata di accettare qualsiasi offerta inferiore a un aumento del +310%“.

Da qui la chiusura senza successo della trattativa.

Cosa ha portato alla rimozione delle canzoni tutelate da Siae dalle librerie Meta? Nella sua audizione, Mazzetti ha specificato che “l’assenza della musica è dovuta al rifiuto di Siae di accettare una proroga dell’accordo precedente per continuare le negoziazioni. Non potevamo tollerare l’utilizzo del repertorio Siae senza una licenza in essere, quindi senza il consenso e la remunerazione degli autori. Abbiamo disabilitato le musiche del repertorio Siae proprio per tutelare i diritti degli artisti in tutta Italia». In merito alla tutela che Meta presta alla protezione del diritto d’autore Mazzetti ha poi aggiunto: “Abbiamo accordi con tutti i principali titolari di diritti in Italia e all’estero. Tutti questi accordi sono stati rinnovati dopo l’entrata in vigore della direttiva copyright. Se abbiamo rimosso il catalogo Siae è proprio per rispetto della proprietà intellettuale“.

La risposta di Siae.

Ad intervenire in risposta alle dichiarazioni di Meta, in rappresentanza della Società italiana autori ed editori, è stato il presidente Silvio Nasti.

La dichiarazione di Meta che Siae si sia rifiutata di accettare qualsiasi offerta che fosse inferiore ad un aumento del 310% rispetto all’accordo del 2022 è semplicemente falsa, è intervenuto il presidente di Siae, specificando come la nuova licenza non è comparabile a quella siglata nel 2020 e qualsiasi raffronto in percentuali è semplicemente pretestuoso. Meta si chiamava Facebook, non voleva occuparsi di Metaverso e i suoi ricavi e sfruttamenti del nostro repertorio non erano minimamente paragonabili a quelli attuali. Oltre a questo, la dichiarazione è falsa e pretestuosa in quanto SIAE non ha mai dato un ultimatum a Meta come fatto da quest’ultima e non abbiamo mai detto che la nostra ultima offerta sia il minimo che saremmo disponibili ad accettare. Quella che vuole imporre un proprio valore e che ha interrotto la negoziazione, creando le condizioni per la situazione attuale è e rimane unicamente Meta”.

“Sempre come dichiarato durante la nostra audizione”, ha aggiunto Nasti, “molti contenuti tutelati dalla SIAE sono ancora presenti sulla piattaforma. La scelta unilaterale di Meta di non rendere disponibili parte dei nostri contenuti in Italia è un’azione volta a generare pressione e a costringerci ad accettare la loro offerta. Ne è dimostrazione il fatto, anche questo dichiarato pubblicamente, che i nostri contenuti sono ancora presenti negli oltre 100 paesi coperti (tra cui tutti quelli europei) dalla nostra vecchia licenza con Meta, scaduta nel 2022. L’assenza della nostra musica, o parte di essa, dalle piattaforme in Italia è quindi legata a una decisione unilaterale di Meta. Legare questa situazione a un rifiuto da parte della SIAE è totalmente pretestuoso, poiché la situazione attuale è sostanzialmente la stessa del 17 dicembre 2022, ed è quindi evidente che l’assenza di parte dei contenuti sia unicamente attribuibile alla nuova posizione assunta da Meta a partire dalla metà di marzo“.

Da quanto emerge, almeno per ora la querelle sulla musica italiana sui social network del gruppo Meta non è ancora risolta. Voi cosa ne pensate? Per non perdere nessuna novità a riguardo seguiteci su tutti i nostri canali social.

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