Diventata un fenomeno globale, Emily in Paris è la serie Netflix che mette in scena le vicende vissute dalla bella Lily Collins nei panni di una giovane e stilosa americana a Parigi. Emily Cooper, protagonista ed icona di stile, si ritrova catapultata tra i boulevard della capitale francese per lavorare nell’ufficio stampa del lusso acquisito dall’azienda di marketing per cui lavora e, armata del suo smartphone, decide di creare un profilo Instagram, @emilyinparis, per condividere le sue avventure nella sfavillante Ville Lumiere.
Tra le stradine ed i bistrot parigini Emily, che non si dedica solo ad accrescere la sua carriera da pubblicitaria, si diverte a postare su Instagram tutto ciò che vive: gli scatti dei luoghi che scopre, le prelibatezze che adora assaggiare, le avventure che vive con le persone che incontra.
Sempre più a suo agio nei panni di una cittadina francese, Emily resta stupita nel veder crescere giorno dopo giorno il numero dei suoi follower, che le garantiscono una sempre maggiore notorietà. Ma non solo: il suo profilo Instagram le permetterà di spiccare tra gli ambienti dell’alta moda, di essere notata dagli illustri personaggi del settore in cui lavora e, ovviamente, di celebrare la città dell’amore in cui a lei stessa verrà rubato il cuore.
Instagram è un elemento centrale nella narrazione di Emily in Paris: ecco perché
Protagonista di Emily in Paris è anche Instagram, celebrato già dal titolo della serie, che è tratto proprio dall’omonimo profilo della protagonista. Nel corso delle puntate si intravede infatti il racconto di questo Social Network, descritto sia nel suo comune e personale utilizzo, sia nel valore che può avere nel mondo del marketing. Vediamo perché ha funzionato.
Innanzitutto, Instagram è basato sullo storytelling: quale altro Social Network avrebbe potuto raccontare meglio le giornate movimentate di un’americana a Parigi?
Inoltre, una buona strategia di marketing richiede visual content: Emily Cooper posta sul suo feed di Instagram diversi esempi di ciò, come il video e la foto ad un’installazione di guerrilla marketing pensata per un cliente dell’azienda in cui lavora, oppure ancora le story di se stessa ad eventi importanti e trés chic. Si tratta di contenuti ad alto tasso di interazione sul Web ed Instagram, proprio per questa sua natura visual, ha il più alto tasso di coinvolgimento medio rispetto alle altre piattaforme.
Ma non solo, perché questi contenuti sono anche in grado di creare relazioni: reali ed autentici, i post su Instagram sono uno dei migliori modi per raccontare un brand al pubblico. Ecco perché Emily Cooper svolge il suo lavoro da pubblicitaria anche attraverso Instagram, poiché è un canale che le permette di coinvolgere i suoi numerosi follower, facendo sì che interagiscano con i contenuti pubblicati ed entrino in relazione con il brand in questione, di cui si accresce la visibilità.
Infine, l’elegante americana ci fa notare come Instagram sia uno strumento perfetto per analizzare le mosse della concorrenza: solitamente, i profili delle aziende sono pubblici e questo permette ad un buon marketer di ottenere una vasta quantità di informazioni sulle principali attività della concorrenza, utili per capire come essa si muova nei confronti di un target simile o uguale al proprio. L’analisi degli hashtag, dei contenuti o del tono di voce utilizzato, restituisce informazioni preziosissime; inoltre, vedendo cosa viene già offerto, si può capire anche ciò che manca e dunque inserirsi in quella porzione di mercato “scoperta”, differenziandosi.
La seconda stagione è ufficialmente in arrivo: chissà se tra accessori glamour e storie d’amore patinate sbocciate all’ombra della Tour Eiffel, troverà ancora posto qualche selfie con un croissant da condividere su Instagram che, dopo tutto, è ciò che ha reso famosa Emily dopo il suo arrivo “in Paris”.