FoodTourSicilia: Instagramers Sicilia racconta le eccellenze del territorio

Servizio a cura di Dario Cortimiglia (@igers_sicilia_)

 

Quattro provincie, più di 1.000 km e una Kia Soul a portarci in giro. Ecco il #FoodTourSicilia, organizzato da Automotonews.com e Instagramers Sicilia in collaborazione con Kia Motors Italia e con il supporto delle community Instagramers Messina, Instagramers Siracusa, Instagramers Palermo e Instagramers Catania.

Obiettivo del tour? Un percorso di scoperta di alcune delle oltre 200 tipicità gastronomiche sicule: la provola e il suino nero dei Nebrodi, la mandorla di Avola, il pistacchio verde di Bronte e le prelibatezze “street food” della capitale italiana del cibo da strada.

La prima tappa è stata il Borgo dei Borghi d’Italia 2015, paesello arroccato sulla cima di una montagna di indiscusso valore storico, Montalbano Elicona. Non molto lontano da Montalbano, a Tortorici, abbiamo dato inizio al tour facendo visita al caseificio Iuculano del consorzio Risveglio dei Nebrodi, azienda che da oltre 60 anni si dedica alla produzione della tipica provola dei Nebrodi, ottenuta con latte crudo di vacche autoctone siciliane che scalano giorno dopo giorno i Nebrodi e prodotta secondo le regole di un’antica lavorazione artigianale.

Dopo la mattinata trascorsa a seguire la nascita di provole (e ricotte), il pomeriggio ci ha riservato una vera eccellenza del territorio: il suino nero dei Nebrodi, una delle 5 razze autoctone siciliane, di origini antichissime – secondo i rilevamenti fossili risalente al VI sec. a.C. –, che negli Anni ’80 era a rischio di estinzione e che oggi può contare circa 5.000 capi da cui si ottengono prodotti di finissima qualità. Il Presidio Slow Food ha infatti riunito nel corso degli ultimi anni un gruppo di allevatori per promuovere la ricca e variegata gamma di prodotti tradizionali di questa zona dei Nebrodi.

Tra gli allevatori del Presidio troviamo l’azienda dei Fratelli Borrello, che del motto “km 0” ne ha fatto uno stile di vita. Allevando allo stato semi-brado il suino nero dei Nebrodi e usando le tipiche “zimme” come “casetta” per gli animali, l’azienda si occupa della produzione di carni e prosciutti, senza dimenticarsi della provola e del formaggio maiorchino (altra tipicità della zona).

Dopo Montalbano eccoci alla volta di Avola, una piccola città in provincia di Siracusa a cui nel 99% dei casi si associa subito una cosa: il famoso vino rosso Nero d’Avola. Ad Avola, però, siamo andati a scoprire la mandorla.

La mandorla di Avola, “dall’ovale perfetto” come scriveva Leonardo Sciascia, può essere distinta in tre varietà di alto pregio: pizzuta, fascionello e romana. È immancabile nella pasticceria di qualità, nelle granite, nel raffinato latte di mandorla, nel torrone, nel marzapane, nei biscotti e nei confetti.

Analisi condotte in diversi laboratori italiani e stranieri dimostrano la qualità superiore della mandorla di Avola rispetto ad altre “cultivar” nazionali e non: contiene più sostanza oleosa e soprattutto più amigdala (che dà il tipico sapore della mandorla).

Grazie al Consorzio della mandorla di Avola abbiamo quindi fatto visita all’azienda Munafò, che da tre generazioni produce e commercializza la mandorla combinando i valori della tradizione più antica con il rispetto per la natura e l’ambiente. Prima una visita al mandorleto per seguire la fase di raccolta, poi la visita in azienda tra smallatura, sgusciatura, ebollizione, pelatura e asciugatura, per arrivare ad un “ovale perfetto” anche per gli amanti dei dolci fatti in casa. Come ci ha dimostrato la pasticceria Dolci Tentazioni: mandorle tostate al forno, acqua e zucchero caramellato. Il risultato è la “confettura” (che non è la tradizionale marmellata), una prelibatezza tutta da gustare!

Da Avola ci siamo spostati a Palermo, città unica al mondo per i suoi intrecci millenari di storia, cultura, architettura e gastronomia. E basta fare un giro tra le strade del capoluogo siciliano per capirlo. Uno dei must dello street food palermitano è pane e panelle, una frittella di farina di ceci. Già in epoca romana i ceci erano largamente usati in cucina, ma è probabilmente in epoca tardo-medievale che si cominciano a friggere le panelle. Oggi è lo “spuntino” preferito dei palermitani e si può trovare in molti luoghi della città, una volta chiamati “friggitorie”, anche ambulanti e disseminati in tutta Palermo, da Mondello al centro storico.

Sempre al Medioevo risale un altro cibo da strada tipico di Palermo: ‘u pani ca meusa, una pagnotta morbida (vastella) spolverata di sesamo e “imbottita” con pezzetti di milza (meusa) e polmone di vitello. Il panino può essere guarnito con caciocavallo o ricotta (ottenendo in questo caso un panino maritatu, ossia sposato), oppure lasciato schettu (celibe, cioè solo).

Ultima tappa Bronte e il suo pistacchio, chiamato in brontese frastuca, una varietà di pistacchio a denominazione di origine protetta DOP, nonché presidio Slow Food. La coltivazione e la produzione rappresenta per il piccolo paese della provincia di Catania un’importante fonte di reddito, tanto da essere soprannominato “oro verde”.

La raccolta del pistacchio di Bronte è biennale e viene fatta negli anni dispari, tra la fine di agosto e gli inizi di settembre. Negli anni pari di non raccolta si procede alla cosiddetta “potatura”, una tradizione che si perde nella notte dei tempi, testimonianza di una cultura contadina secondo cui, grazie a un anno di riposo, la pianta assorbe dal terreno lavico (perché è sul terreno lavico alle pendici dell’Etna che cresce il pistacchio) le sostanze necessarie per ottenere un frutto più ricco, colorato e saporito.

Per vedere da vicino il pistacchio verde di Bronte abbiamo fatto visita all’azienda Bacco, una giovane azienda nata nel 2006 in breve tempo diventata un punto di riferimento per la produzione di prodotti a base di pistacchio: crema, pesto, croccante e anche il cioccolato. E con una produzione nel periodo natalizio di panettone al pistacchio da fare invidia ad aziende più blasonate: 3.000 panettoni al giorno. L’estate è appena finita, ma noi attendiamo già con ansia il Natale!

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