Algoritmo e algoritmico sono termini matematici, utilizzati in informatica, che oggi spuntano un po’ da tutti i lati perché prestati alla comunicazione e al marketing. Quando si parla di social network, si fa riferimento agli algoritmi di Instagram, Facebook, TikTok etc. che sono – in parole semplici – l’insieme delle norme di programmazione che permette a una pubblicazione online di essere molto visibile o per niente, a chi farla vedere e quando.
Gli algoritmi, così come l’intelligenza artificiale e il machine learning, vogliono replicare i processi decisionali del cervello umano. La teoria è la seguente: l’algoritmo in pochi istanti realizza tutto il processo di ricerca imitando la forma in cui lo farebbe un essere umano e, di conseguenza, fornisce il risultato direttamente all’utente, affinché abbia una informazione personalizzata. Per dirlo in un altro modo ancora: l’algoritmo è una formula che permette alla piattaforma di raccogliere informazioni sul comportamento di ogni singolo utente iscritto, di definire e priorizzare i contenuti che la piattaforma stessa deciderà di mostrarle/gli. Nel caso dei social network e dell’analisi di grandi quantità di dati, l’algoritmo “prende decisioni autonome” sulla base del comportamento degli utenti stessi. Se qualcuno sceglie di vedere video sui gatti, l’algoritmo processerà che tale utente desidera vedere immagini o video sui felini e personalizzerà così i suoi risultati.
Negli ultimi giorni si parla tanto delle dichiarazioni di Adam Mosseri, numero uno di Instagram, in merito al funzionamento dei suoi algoritmi, perché non ne esiste uno, bensì vari. Che ci sia stata una rivelazione non dovrebbe sorprendere, in quanto Instagram è obbligata alla trasparenza algoritmica in base alla nuova legge europea sui servizi digitali (DSA), così come altre 19 grandi piattaforme digitali che hanno i loro affari in Europa. Perché il binomio è proprio questo: algoritmo e soldi. Quanto questa rivelazione sugli algoritmi sia precisa ed esaustiva, nessuno lo sa, fatta eccezione per Instagram stessa. Anche perché in passato erano già state fatte similari rivelazioni. Ne abbiamo scritto qui (2021), qui (2018) e qui (2016).
Sulla base delle informazioni generali rese note dalla casa di Menlo Park, l’algoritmo di Instagram valuta le azioni di ogni utente, la localizzazione di ogni profilo, gli hashtag che si utilizzano, le interazioni e, soprattutto, la qualità dei contenuti pubblicati. La piattaforma decide arbitrariamente su: ordine di pubblicazioni del feed, quale utente mostrare per primo nelle storie e a quali contenuti dare più visibilità nella sezione “Esplora”. Infatti, Instagram non utilizza un unico algoritmo, precisamente ne ha uno per ogni singola sezione dell’applicazione: feed, storie, reel, esplora.
Come funziona l’algoritmo del Feed di Instagram
L’ideale di un algoritmo, in teoria, è l’equilibrio tra ciò che si segue e il nuovo di potenziale interesse. Per quanto riguarda il feed di Instagram, si tengono in considerazione alcuni fattori nel seguente ordine di importanza:
- la tua attività: il contenuto che ti piace, cosa hai condiviso, salvato o commentato;
- informazione sul post: la rilevanza del post e la sua popolarità, in funzione di quanti utenti gli danno il like e la rapidità con cui interagiscono dal momento della sua pubblicazione;
- informazione sulla persona che pubblica un post: quanto è interessante questo utente. Si valuta il numero delle interazioni tra utente e utente nelle ultime settimane.
- storico delle interazioni con un utente: l’interesse che un utente ha nel vedere i contenuti di un altro utente in particolar modo.
Come funziona l’algoritmo delle Storie Instagram
In questo caso l’algoritmo lavora affinché l’utente veda soprattutto le storie di quei profili con cui interagisce di più. Instagram ordina le storie per:
- storico delle visite: è chiave la frequenza con la quale un utente vede le storie di un profilo, in questo modo l’algoritmo darà priorità ai suoi contenuti.
- storico delle partecipazioni: è la frequenza con la quale si interagisce con un preciso profilo (dando like o rispondendo con un messaggio diretto o una reazione).
- vicinanza: verifica la relazione che c’è tra l’autore della storia e un altro utente, esamina se ci sono amici o familiari in comune.
Come funziona l’algoritmo della sezione Esplora di Instagram
È la lente di ingrandimento di tutta la vita, dove puoi cercare e trovare utenti nuovi da seguire, oltre ad esplorare i contenuti in evidenza che offre l’applicazione a suo insindacabile giudizio. L’algoritmo di questa sezione funziona come il feed, ti mostra contenuti relazionati con i tuoi interessi e con quelli con cui hai interagito. Qui gli utenti possono scoprire contenuti nuovi attraverso parole chiave o hashtag legati a quello specifico interesse.
Per sapere che contenuto potrebbe interessarti, Instagram processa la tua attività precedente: cosa ti è piaciuto, cosa hai salvato, cosa hai condiviso e che commenti hai lasciato. Di seguito i fattori che influiscono e in che ordine:
- informazione sul post: in questa sezione è il fattore prioritario. Si riferisce alla popolarità della pubblicazione, il numero dei like e la rapidità con la quale sono arrivate le interazioni;
- la tua attività: Instagram considera i contenuti con cui interagisci e quelli con cui hai interagito in passato proprio nella sezione Esplora. Se per esempio sei entrato in contatto con un tipo preciso di contenuto, Instagram, con molte probabilità, ti mostrerà contenuti dello stesso tipo o molto simili;
- la tua relazione con l’utente che pubblicò il contenuto: si riferisce all’interesse che hai con il creatore del contenuto;
- informazione sul creatore del contenuto: corrisponde al numero delle volte in cui hai interagito con questa persona nelle ultime settimane.
Come funziona l’algoritmo dei Reel di Instagram
Stiamo parlando dei video di Instagram. Vale la stessa ratio del feed e della sezione Esplora: l’algoritmo si basa sull’interesse dell’utente e sulle interazioni ottenute dal contenuto pubblicato. Quali sono i fattori che partecipano al posizionamento del reel?
- La tua attività: in base alle interazioni che l’utente ha generato con un reel e quelle più recenti;
- storico delle interazioni con l’utente: anche se il video è stato pubblicato da un utente che non si segue, qualora avessi interagito con questo utente, per l’algoritmo equivale a dimostrare interesse, pertanto lo terrà in considerazione;
- informazione del reel: la rilevanza e la popolarità del reel in merito al contenuto del video, la traccia audio e gli elementi visuali utilizzati;
- informazione sulla persona che pubblica il reel: la popolarità dell’utente, il suo numero di follower o il livello abituale di partecipazione con un suo contenuto.
In conclusione, l’algoritmo riceve “segnali” che l’utente manda attraverso il suo comportamento: se gli piacciono foto, mostrerà foto; se gli piacciono video, mostrerà video.
Sarà tutto qui? Sarà tutto vero? L’informazione personalizzata è davvero un bene per noi?
Se penso al tempo speso a bloccare l’enorme quantità di profili fake che arriva nelle storie, account seguiti che mai ho scelto di seguire, le infinite pubblicità inutili di nessun interesse per me, i post di gente che non conosco che appare miracolosamente nel feed, i post a ripetizione di persone appena conosciute che inondano e monopolizzano il mio feed (e che per questo spesso smetto di seguire), l’impossibilità di vedere post di amici che avrei piacere di vedere, l’alto numero di visualizzazioni per foto in cui appare il corpo pubblicate in un orario a caso e il basso numero di visualizzazioni di foto generiche senza persone pubblicate in precisi orari strategici… beh, personalmente qualche dubbio ce l’ho che non sia proprio tutto qui e che sia tutto vero. Infine, so per certo, senza la minima esitazione, che buono per me è solo ciò che io stessa scelgo di vedere e non quello che un oscuro algoritmo decide di mostrarmi per motivi poco chiari, quasi sempre contrari ai miei veri interessi.
Capire come funziona l’algoritmo di Instagram, di Facebook, di TikTok, di Twitter etc. è importante per ogni buona strategia di social media marketing, ma è anche vero che tutta questa storia degli algoritmi e degli interessi economici ad essa collegati ha totalmente snaturato queste piattaforme.