Usare gli hashtag nelle didascalie delle foto su Instagram è per me una “droga” e probabilmente anche il mio asso nella manica. Un hashtag può aprire un mondo completamente inesplorato, il che significa che hashtag fatti bene possono davvero aprire universi paralleli.
A parlare così è Erica Firpo (@moscerina), Instagramer italo-americana residente a Roma, che ha fatto dello studio degli hashtag una vera e propria filosofia: un modo interessante per scoprire cosa le foto possono dirci oltre a quello che vediamo nel momento dello scatto. Erica è appassionata e scrive di arte, cultura, lifestyle, moda e food per diverse testate, tra cui Fathom, Forbes Travel, Travel + Leisure, BBC Travel Discovery Magazine e l’Ansa. Ha pubblicato diversi libri e articoli online. I suoi testi sono anche corredati da sue immagini e le sue foto sono state pubblicate anche su Mashable, CNN, New York Times, Fathom, SF Gate e sul blog di Instagram.
Quando uso gli hashtag penso alla foto cui associarli e/o alla rilevanza del contesto in cui vanno utilizzati. Penso che debbano anche essere divertenti e faccio mente locale su chi vorrei vedesse la foto che sto per postare. Spesso includo due hashtag che non hanno relazione alcuna, in modo da stimolare (auspicabilmente) una conversazione con audience diverse. In pratica per me è come creare un dialogo e giocare con le contraddizioni – abbinando il serio al faceto, il design al viaggio, il cibo alla geometria… un gioco infinito di parole e tag.
Quali sono gli hashtag che usi maggiormente?
Tutti quelli che mi fanno ridere. Per me gli hashtag devono essere dinamici e interattivi [la gente ne parla], non essere abusati (quindi essere stati usati per al massimo 6000 foto) e avere un significato verbale. Se un tag risponde a questi criteri e secondo me è divertente, allora è il tag che fa per me. In generale, evito hashtag banali o abusati, tipo #food, #italy #travel, #instacollage, eccetera. Persino #redpants è diventato insta-trito.
E dove li trovi?
Molti mi arrivano in modo organico, ossia la gente per esempio me li cita nei commenti, oppure mi tagga in foto che usano tag eccezionali, oppure li noto io in determinate caption e li trovo originali. Quindi il consiglio è quello di dare un’occhiata ai vostri profili preferiti prestando attenzione a quello che scrivono nelle caption e ai commenti che ricevono. Cercate tra gli utenti suggeriti da Instagram settimanalmente e fate attenzione a come taggano. Infine non dimenticate il Weekend Hashtag Projects #WHP di Instagram: ci sono stati hashtag straordinari che potrebbero e anzi dovrebbero essere utilizzati.
Qualche consiglio per taggare con creatività?
Cercate una collection di hashtag che sia divertente, importante e che soprattutto sia comprensibile sia a voi che alla vostra audience. Conservateli da qualche parte, in un file, perché non potete mai sapere quando sarà il momento di utilizzarli.
State per scattare una foto memorabile? Cercate di comprendere a fondo cosa state ritraendo e poi riguardatela sul vostro telefonino e chiedetevi: cos’altro potrebbe raccontare questa foto, oltre a ciò che ho visto io?
Siate creativi. Gli hashtag si prestano a essere divertenti. La vostra foto può ritrarre uno splendido piatto stellato Michelin o un #circlegetsthesquare (ovvero semplicemente un cerchio -il piatto- all’interno del quadrato -la forma della foto-). Può essere un meraviglioso panorama urbano oppure #bepartofstreetart (essere parte della street art), o ancora può essere un’immagine dedicata alla campagna, ma anche parlare di #farawaypeople (gente lontana). E poi pensate ancora: potreste magari aggiungere anche un altro tag che consenta di collegare la vostra foto a un’altra audience?
Infine, evitate di usare hashtag fuori contesto, ovvero che non hanno nulla a che vedere con la foto. A nessuno piace l’hashtag usato in modo sbagliato e nessuno vuol trovarsi una foto taggata in modo sbagliato nella gallery di hashtag che ha pianificato con tanta cura.
